05/04/2020 13:37
La sua Sampdoria è stata tra le società più colpite dal Corona Virus, con otto i casi di positività e per Claudio Ranieri, che era stato chiamato a salvare il club doriano, sono giorni duri. A Repubblica il tecnico blucerchiato dice: "Lo stato d'animo era di preoccupazione. Doverosa. Di fronte a una malattia invisibile, che non sai come combattere, mi sono tranquillizzato sentendo la voce serena dei miei giocatori e i loro racconti. Tutti con poca febbre e nessun danno alle vie respiratorie". Ora si discute su quando e come sarà possibile riprendere il campionato: "Calma il governo può dire ricominciamo o no, ma spetta ai medici deciderlo. Si è capito che questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Samp e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l'idoneità completa. Non solo una visita generale, ma approfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza, chi è stato colpito dal virus, durante i primi allenamenti si sentirà fiacco. Come ha detto il mio presidente Ferrero un giocatore non è una macchina che si spegne e si riaccende, prima di tornare a giocare ci vorranno settimane di preparazione. L'Italia è sommersa come se fossimo in guerra. Gli ospedali delle grandi città sono in ginocchio. Quando luoghi e alberghi saranno sicuri? Si parla di gare in campo neutro, escludendo qualche regione. Non sono d'accordo: o si riprende tutti o nessuno". E sull'ipotesi di una ripresa a porte chiuse: "Non e' calcio, è la sua morte, ma se è l'unica via l'accetteremo".