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Rangnick: Senza il Covid sarei stato allenatore del Milan

30/08/2020 08:16

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«Sono un trainager. Trainer, allenatore, ma anche manager. Risultato sportivo ed economico fanno parte dello stesso progetto. Serve sostenibilità a medio-lungo termine e tutto parte da un concetto: l’idea fortissima del calcio da proporre. L’identità porta al sistema di gioco, alla Red Bull tutte le squadre (Salisburgo, Lipsia, New York e Bragantino) giocano allo stesso modo». Ralf Rangnick si confessa al Corriere della sera e rivela che uno dei motivi per il suo mancato arrivo al Milan è il Corona Virus: «Una risposta semplice può essere: c’è stato il Covid. Ero stato contattato a fine ottobre, quando il Milan era quattordicesimo a 3 punti dalla retrocessione. Mi ha colpito la conoscenza che avevano del mio lavoro passato. Poi Pioli ha vinto 9 partite e ne ha pareggiate 3, così la faccenda è terminata. Eravamo d’accordo sul fatto che cambiare, a quel punto, non sarebbe stato saggio nell’immediato. Sul medio-lungo termine non so e questa può essere una risposta più complessa». Il manager tedesco ribadisce che avrebbe detto no al rinnovo di Ibra: «Sono ammirato dalla forma fisica di Ibrahimovic a 38 anni. Però il mio compito è sempre stato creare valore, non comprarlo. I calciatori vanno cercati quando non li conosce quasi nessuno e quelli più esperti, che sono già nel club e hanno atteggiamento e mentalità convincenti, possono comunque migliorare attraverso il lavoro dello staff. Alla Red Bull abbiamo lavorato di continuo con e sugli scout. Sanno quali sono le caratteristiche che cerchiamo. Tra Hoffenheim, Salisburgo e Lipsia la crescita di valore dei giocatori è passata da 120 milioni a 1.200 milioni. Quando abbiamo comprato Timo Werner per 14 milioni dallo Stoccarda, dove non giocò le ultime quattro partite, molti pensavano che avevamo pagato troppo, ma io avevo visto il potenziale per il nostro gioco». Rangnick spiega il suo Ralfball: «Calcio ad alta intensità. Proattivo. Pressing, contropressing a palla persa e verticalità. Ho ossessionato i miei calciatori con il gioco di Sacchi. “Altri filmati del Milan?”, mi chiedevano disperati. E Lobanovski. Ma anche Zeman, che ha avuto successo prima con club piccoli e poi più grandi».


Tags: milan ibrahimovic Rangnick

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