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Perin: Non sono untore, ci si ammala anche in taxi

16/10/2020 08:41

Perin: Non sono untore, ci si ammala anche in taxi |  Sport e Vai

«Non sono l’untore del calcio italiano». Mattia Perin parla a La Repubblica dopo la bufera Covid che ha colpito - e continua a colpire - il suo Genoa. Il portiere è guarito, è tornato ad allenarsi ma avvisa tutti sulla pericolosità della malattia ("i negazionisti sono gente senza coscienza"). Perin ricostruisce i fatti: «Era la settimana prima di Napoli-Genoa. Il 21 settembre mi recai a Torino per rivedere mia moglie e i bambini, era un lunedì: al contrario di quanto è stato detto, non esiste alcuna evidenza che io abbia contratto il Coronavirus proprio quel giorno. Il mercoledì seguente ci sottoponemmo ai tamponi, come sempre. Il risultato arrivò il giovedì mattina: tutto okay. Ma la sera avevo la febbre». Poi aggiunge: "Questa è una malattia subdola, la puoi prendere in taxi, oppure schiacciando il bottone di un ascensore. Nella mia famiglia sono tutti negativi. La verità è che in una dozzina di ore cambia il quadro clinico, neppure gli specialisti sanno molto del Covid 19. E sia chiaro che il caos di Juve-Napoli non è iniziato per colpa del Genoa. Noi, come tutti i calciatori, siamo molto scrupolosi. Nessuno toglie la mascherina, rispettiamo regole e distanziamenti, poi è chiaro che in campo veniamo a contatto, è inevitabile. Basta con i cliché del calciatore ricco, viziato, privilegiato e menefreghista! Ho letto giudizi molto superficiali». Anche Ronaldo è stato contagiato: «Si è ammalato lui, si è ammalato Trump, vuol dire che il Covid 19 è micidiale e va preso più che sul serio. Siamo giovani, siamo atleti allenati e ne usciamo bene, però questa è una brutta bestia, subdola. Se dicessi che non mi ha destabilizzato un po’, mentirei».


Tags: genoa ronaldo perin

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