Panucci gioca la finale di Tirana e spiega quanti acquisti occorrono alla Roma

Anche Christian Panucci attende con ansia, come tutti i finali giallorossi, il giorno della finale di Conference League contro il Feyenoord. Intervistato dal Corriere dello Sport, l'ex terzino del Milan e dei giallorossi "gioca" idealmente il match di Tirana e spiega:

"Nelle finali contano i dettagli: un passaggio, una diagonale. Da romanista tiferò alla morte, sperando che si riesca a battere il Feyenoord e a festeggiare tutti insieme. Bisogna interpretarla. Serve la tensione giusta per non complicarsi la vita. Concentrazione ok, nervosismo no. Il Feyenoord? Quando arrivi in fondo significa che i valori ci sono. Li ho visti, fanno un calcio di possesso rapido. Non elimini una squadra come il Marsiglia per caso. Spero però che la Roma si dimostri superiore. José ha l'esperienza necessaria per gestire la situazione. Mi auguro che riesca a trasferire ai calciatori la giusta tranquillità".

Quindi sui mancati successi dal 2008 a oggi:

"Bisognerebbe chiederlo a chi l'ha gestita dopo... (ride, ndr). Se riflettiamo, in questo club sono passati diversi giocatori che poi hanno vinto la Champions League altrove. Però è anche vero che la Roma ha trovato sulla propria strada una grande Juventus. E ora le milanesi. Io sono rimasto innamorato di questa squadra perché la Roma non è la donna più bella che abbia conosciuto. Ma è quella che mi ha emozionato di più. Quando indossi quella maglia non hai paura di niente. E la città, beh, non ha bisogno di commenti: ci vivo da vent'anni. Rinforzi nella dirigenza? Per me sì. È un errore che non ci sia un Maldini, uno Zanetti, un Nedved. Ci vorrebbe soprattutto qualcuno che vuole bene alla Roma. Potrebbe dare una mano ma non so quanto Mourinho sia d'accordo. José è un accentratore ed è giusto che sia lui a gestire le cose".

Infine sul mercato:

"Penso che ci vogliano quattro o cinque acquisti. Gente pronta a vincere subito. Ma credo che la strada intrapresa sia giusta, Mourinho ha creato un'empatia incredibile con i tifosi. Ha trovato pazienza, che di solito nel calcio non c'è".