10/04/2022 08:48
Allora gli arbitri possono parlare? Si concede ad un'intervista a un giornale, il Corriere del Veneto, Daniele Orsato, il fischietto di Schio considerato il miglior arbitro italiano nonostante l'etichetta a vita che gli ha lasciato quella gara tra Inter e Juve con il mancato rosso a Pjanic. Orsato si confessa e rivela
«In campo sono serio e addirittura burbero, nella vita di tutti i giorni sono diverso, molto piu tranquillo e allegro. È il ruolo che rivesto per 90 minuti che mi porta ad essere rigoroso e a volte anche duro. Da ragazzino avevo la curiosità di sapere perché si accendeva la luce e il mio obiettivo era di diventare elettricista. Ho studiato al centro di formazione professionale di Trissino e poi ho trovato lavoro». Poi un giorno disse al fratello: «Voglio andare ad arbitrare in serie A», e cosi andò ad iscriversi alla sezione arbitrale di Schio.
Orsato ricorda la sua prima gara di Champions
«Mi stavo allenando a Recoaro quando mi arriva una videochiamata da Rosetti, designatore Uefa. Mi fa una domanda: Sei pronto per fare un’altra partita? Ma in quel periodo l’unica partita da giocare era la finale di Coppa tra Paris Saint-Germain e Bayern Monaco. Sono tornato a casa, mi sono seduto sul letto e ho pianto...la notizia della designazione è stata un’emozione ancora piu grande dell’arbitraggio».
Ora potrebbe essere chiamato per i Mondiali in Qatar
«Sto proseguendo la preparazione per la selezione di fine maggio. Diciamo che il mio obiettivo era di fare gli Europei e l’ho centrato e mi considero davvero soddisfatto. Oggi ho 46 anni e sono l’arbitro più vecchio al mondo anche se per risultanze tecniche e test atletici non ho problemi. Aggiungo che l’amicizia che mi lega al nuovo designatore , Gianluca Rocchi, è stata importante perché dopo la finale di Champions League e le direzioni agli Europei potevo avere una caduta di stimoli ma lui mi ha spinto a tener duro e a pensare al campo perché è da qui che arrivano sempre grandi soddisfazioni».
Quindi un arbitro ha bisogno di stimoli?
«Racconto un aneddoto: al ritorno dalla finale di Champions alla ripresa del campionato sono stato mandato ad arbitrare in serie B a Monza. Prima della partita venne a salutarmi Adriano Galliani che mi disse una cosa che riporto sempre ad arbitri più giovani: “Vede Orsato io ho vinto tante Champions col Milan e il nostro pensiero dopo una vittoria era di trovare gli stimoli per vincerne un’altra e anche per vincere lo scudetto”. Quindi anche un arbitro che arriva ad arbitrare una finale importante deve trovare dentro se stesso gli stimoli e la forza per andare a vincere qualcosa d’altro».
Daniele Orsato fa un elenco dei 5 momenti magici della sua carriera
«Partirei dal 2006 che coincide con la mia promozione in serie A e con la nascita del primo figlio, Gabriel; a questo affiancherei il 2010 quando nasce il mio secondo figlio, Wiliam, e divento arbitro internazionale . Poi la designazione per la finale di Champions dell’agosto 2020 con l’abbraccio dei miei figli e poi l’Europeo dell’anno scorso…la quinta? Deve ancora arrivare, incrociamo le dita perché coincida con il mondiale in Qatar».
Infine sul futuro dice
«Spero di avere la possibilità di mettere a disposizione degli arbitri di domani la mia esperienza».