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Non solo la difesa, ancora troppe spine assieme alle rose

28/08/2016 13:20

Non solo la difesa, ancora troppe spine assieme alle rose |  Sport e Vai

L'ostacolo più duro è stato superato: in tre giorni due buone notizie per il Napoli che veniva dal preoccupante pareggio di Pescara. Prima il sorteggio di Champions ha ridato entusiasmo, assegnando agli azzurri un girone abbordabile con obbligo (quasi) di passaggio agli ottavi, poi il successo sul Milan ha ridato colore a una classifica e sapore a un ambiente che stava sul depresso andante. Il 4-2 ai rossoneri però porta con sé gioie e dolori. Se le due reti prese a Pescara potevano essere addebitate a una serata-no, ripetersi anche in casa lascia spalancata la porta del dubbio. Qualche problema dietro c'è, e non solo per le condizioni dei quattro del reparto – anche Hysaj è annegato là dietro – o per la testa svagata di chi pensa ancora ad essere ceduto. Lo stesso Reina è colpevole in occasione del primo gol di Niang e l'allarme va lanciato prima che sia troppo tardi. Anche il tira e molla sul secondo portiere non è stato un bene: lo spagnolo ora sa che dietro di lui c'è il vuoto con Sepe e Rafael bocciati e al momento reintegrati in attesa di sviluppo, mentre una solida concorrenza alle sue spalle avrebbe giovato anche a lui. Ma questo è forse l'ultimo dei problemi. Sarri ha lanciato l'allarme (Tonelli è ko, Koulibaly e Ghoulam andranno via in coppa d'Africa) e anche un eventuale colpo last-minute (Maksimovic) non si può pensare abbia poteri taumaturgici: chiunque sia venuto da poco (da Diawara e Rog a chi verrà in questi giorni) avrà sempre bisogno di tempo per inserirsi nei meccanismi. Altra verità è che ieri il Napoli ha giocato bene solo a sprazzi, trascinato più dalle individualità (l'indemoniato Mertens, colpevolmente lasciato troppo spesso fuori da un anno a questa parte, alla faccia di chi pensava che potesse far bene solo a gara in corso e Callejon) che dal gioco. A centrocampo si soffre spesso anche se fa ben sperare Zielinski che ha doti certe e sfrontatezza piacevole. Vien da chiedersi che Napoli avremmo visto con Insigne e Gabbiadini dal 1' e la risposta potrebbe essere desolante. Manolo ormai è un ex, non lo hanno aiutato mai le parole dell'attuale tecnico che anche ieri lo ha scaricato nei fatti più che nelle parole (“per me può andar via anche se vorrei che restasse”) mentre Lorenzo si sta incartando nelle sue stesse paure e nella voglia di strafare.

SARRI DA CALMARE - Poi c'è il nervosismo dell'allenatore. Un'altra espulsione ad arricchire un curriculum poco edificante sotto questo aspetto. Un dato che deve far riflettere anche in vista degli impegni di Champions League, dove oltre ad imparare a gestire bene la rosa con tante gare ravvicinate ma tutte di fondamentale importanza (impensabile il turnover totale applicato l'anno scorso in Europa League) l'attuale tecnico dovrà maturare nell'approccio nervoso. Tra tante spine però va preso il profumo della rosa-Milik, il fiore sbocciato all'improvviso nella notte di Fuorigrotta. Due gol all'esordio da titolare sono qualcosa di più di una promessa. Il polacco oltre alle qualità tecniche e tattiche ha anche nervi saldi e sembra duttile assai, in grado ovvero sia di giocare da unica punta centrale sia – ovemai si cambiasse modulo (cosa improbabile a dire il vero) – come attaccante aggiunto. Ora che ha già vinto la prima battaglia, quella sullo scetticismo, gli sarà più facile il cammino ma davanti ha un altro “nemico”: chi verrà al posto di Gabbiadini? Un potenziale titolarissimo o un attaccante con cui alternarsi senza problemi di “freno alla crescita”?


Tags: mertens sarri milik

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