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Napule è di Pino Daniele inno per il San Paolo come You’ll newer walk alone

06/01/2015 13:23

Napule è di Pino Daniele inno per il San Paolo come You’ll newer walk alone |  Sport e Vai

Mentre ancora si accavallano emozioni e ricordi per la morte di Pino Daniele, non senza le polemiche che stanno accompagnando la decisione di celebrare i funerali a Roma anziché nella sua Napoli, anche i tifosi partenopei stanno facendo sentire la loro voce perché all’artista che più di tanti li ha rappresentati nel mondo venga lasciato un posto fisso anche al San Paolo. Domenica, in occasione della partitissima con la Juventus, ci sarà sicuramente un omaggio a Pino Daniele voluto dal presidente De Laurentiis ma il popolo azzurro vorrebbe un ricordo permanente. Prima della gara con i bianconeri verranno irradiate le note di “Napule è”, una delle prime e più amate canzoni del musicista scomparso - che di quel gioiellino partorito nel 1976 ha realizzato tantissime versioni, una più bella dell’altro - e non è difficile ipotizzare una commozione irrefrenabile in campo, sugli spalti e davanti alla tv. Ci sarà tutto il San Paolo a cantare in lacrime quello che è insieme una preghiera laica, un disegno di “mille culure”, una poesia senza tempo e un inno. Già, un inno, perché tanti tifosi vorrebbero dirimere definitivamente la querelle sull’inno ufficiale del club. De Laurentiis ha provato in passato a suggerire variazioni sul tema, affidando composizioni originali a diversi artisti, ma un inno ufficiale in realtà ancora non c’è. Lo divenne “Quel ragazzo della curva B”, scritto da Nino D’Angelo per il suo film che raccontava la passione di un ragazzo dal caschetto biondo innamorato di calcio e giustizia sociale, note che da trent’anni accompagnano le vittorie degli azzurri non perché qualcuno l’abbia imposto ma per scelta di pancia della gente. Quella stessa scelta che porta i sostenitori partenopei a sfogare la propria gioia dopo le vittorie più prestigiose intonando O’ surdato ‘nnammurato: un’antitesi vincente per festeggiare cantando una storia tragica. Sì perche quel coro “oje vita mia” è un inno di dolore. Il testo fu scritto da Aniello Califano e musicato da Enrico Cannio nel 1915 e la canzone descrive la tristezza di un soldato che combatte al fronte durante la Prima guerra Mondiale e che soffre per la lontananza dalla donna di cui è innamorato. Forse morirà, forse non la rivedrà più perché “sì stato ‘o primmo ammore, ‘o primmo e ll’urdemo sarai p èmme”. Eppure quelle note diventano gioia sugli spalti. Napoli è “’a vita mia” per i tifosi e se c’è un inno riconosciuto dai tifosi finora è sempre stato quello, ‘O surdato Nnammurato. E ora? Possibile sostituirlo con Napule è? Di brani di Pino Daniele adatti a fare da inno in realtà ce ne sarebbero a decine, da “Terra mia” a “Je so pazzo” e l’elenco sarebbe sconfinato perché pochissimi musicisti al mondo oltre ad avere una produzione di capolavori infinita hanno avuto la capacità di reinventare i loro stessi successi, di fatto riscrivendoli per le versioni nei concerti dal vivo, ma anche in questo caso la scelta della gente è arrivata d’incanto e senza suggerimenti. Napule è è per sempre. E se l’idea vincente fosse cantare Napule è prima delle partite e ‘o surdato nnamurato alla fine? Par condicio nel segno della musica d’autore. E anche una maniera poco istituzionale ma tanto genuina per ricordare la figura di Pino Daniele. Perché Napule è ‘na carta sporca ma anche ‘a voce d’e criature che saglie chianu chianu e tu saje can un sì sulo. Eccola la chiave, tu saje ca nun sì sulo come “you’ll newer walk alone”, l’inno del Liverpool. Perché con i grandi non si cammina mai da soli.

Stefano Grandi


Tags: san paolo liverpool inno pino daniele napule è terra mia

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