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Napoli, quei cori razzisti che Allegri non sente chiedono giustizia

30/09/2018 09:25

Napoli, quei cori razzisti che Allegri non sente chiedono giustizia |  Sport e Vai

Alla fine si chiuderà con una multa o poco più: storia già vista e sentita quella dei cori discriminatori contro Napoli, invocanti Vesuvio e fuoco, soprattutto all'Allianz di Torino. Nessuna novità: quando la paura di vedersi sfuggire di mano la vittoria è stata cancellata dal gol di Chiellini, i tifosi bianconeri non hanno trovato di meglio che asciugarsi il sudore e sfogarsi urlando contro la città di Napoli i consueti cori beceri, dopo aver “omaggiato” anche il loro ex tecnico Ancelotti con quell'appellativo inglorioso con cui l'accolsero ai tempi juventinini (“un maiale non può allenare”). Il Giudice Sportivo, sulla scorta del referto arbitrale, deciderà martedì ma sentenze esemplari non sono ipotizzabili. Il pugno duro dei primi tempi della regola, con le curve squalificate, si è andato ammorbidendo via via. Colpisce però che un signore come Allegri, forse ancora con l'adrenalina della gara sulla pelle e scosso per le dimissioni di Marotta, abbia liquidato la vicenda con una scrollata di spalle: “Non li ho sentiti, in campo a stento riesco a sentire la mia voce”. Non una critica, non una presa di posizione. Da lodare invece la posizione di Ancelotti che non ha voluto far polemiche ma ha replicato con l'arma dell'ironia: “Mi hanno fatto più male i cori contro la città che quelli contro di me, a quelli ci sono abituato ma mi consolo vedendo la Champions del 2003 in bacheca. Quello che penso di questi cori razzisti però me lo tengo per me”. Chi non può tenerselo per sé è però il Palazzo: la differenza che passa tra gli sfottò e le offese razziste c'è e va sancita. Senza fare sceneggiate, senza replicare con lo stesso metro. Napoli taccia indignata ma senza rispondere, la Giustizia agisca rispettando le regole.

 


Tags: napoli ancelotti cori

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