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Napoli, Pavoletti non prende la 9 di Higuain e rivela: minacce da Genova

03/01/2017 10:52

Napoli, Pavoletti non prende la 9 di Higuain e rivela: minacce da Genova |  Sport e Vai

NAPOLI PAVOLETTI HIGUAIN

Alla fine ha scelto la maglia numero 32 Leonardo Pavoletti. Troppo pesante, forse, la 9 che era stata di Higuain ma anche di Careca e di tanti altri campioni al Napoli. Chissà se il bomber ormai ex Genoa, ufficializzato oggi, non abbia sentito troppa pressione per indossare quella casacca ma non è da escludere che sia stato proprio il Napoli a volerla lasciare libera. Magari per darla l'anno prossimo a Milik o a un eventuale nuovo colpo di mercato. Il polacco non la prese perchè si pensava che quella maglia numero 9 dovesse finire sulle spalle di Icardi o di un altro top-player chiamato a far dimenticare Higuain ma le dinamiche del mercato estivo non regalarono colpi ulteriori in attacco. Ora il colpo è arrivato: Leonardo Pavoletti, che lavorerà subito sodo per rimettersi al passo dopo l'infortunio ed essere quanto prima a disposizione di Sarri (anche se sbilanciarsi sui tempi esatti in questo momento non è possibile). Nel giorno del suo approdo ufficiale in azzurro, l'attaccante ha voluto salutare la sua ex casa, il Genoa, con una lettera aperta su Facebook.

NAPOLI PAVOLETTI HIGUAIN MINACCE– Una missiva accorata per ringraziare chi lo ha sostenuto negli anni al Grifone ma anche per rivelare di aver ricevuto minacce e insulti per aver scelto Napoli: “Dico ciao al Genoa e a Genova dopo due anni intensi, felici, carichi di emozioni, entusiasmo e tanto lavoro. Ricordo gli inizi. Gennaio 2015. Ero a casa, a Livorno. D'improvviso una telefonata: "Domani vieni a Milano, si firma per il Genoa". Non ho dormito la notte per l'emozione: una piazza importante che ha colorato la storia del calcio con i propri colori. Sentivo fosse il posto giusto. Una nuova casa, in cui crescere e diventare grande. Sono arrivato in punta di piedi, pronto a mettermi al servizio del mister e della squadra. I primi tempi in panchina sono stati duri, ma ero determinato a conquistarmi fiducia, affetto e un posto da titolare. Poi il gol al Parma: ricordo la gioia, la mia prima esultanza in rossoblù, la consapevolezza che il lavoro paga. Sempre. Da quel momento i ricordi diventano un puzzle di facce, sorrisi, autografi, allenamenti, amici, sconfitte, vittorie, tristezza, entusiasmo, parole, gol. Fino agli ultimi due mesi della scorsa stagione, il momento più bello: la vittoria nel derby e quella con l'Inter in casa. Una salvezza conquistata con la forza del gruppo, a suon di bel gioco e gol: un lieto fine meritato. Ora questa storia è giunta ai titoli di coda. Ma non l'amore per questa città e questa maglia. Gli amori non finiscono, cambiano forma. Oggi io sono chiamato ad una nuova avventura, ma non dimentico coloro a cui ho voluto bene e che me ne hanno voluto, perché sono parte di me. Nella vita a tutti capita di cambiare lavoro, di cambiare azienda, di partire per nuove esperienze, non è diverso per me. Nella vita capita anche di sbagliare a parlare: se alcune mie dichiarazioni hanno offeso o illuso qualcuno, mi scuso. Comprendo l'amarezza di tanti, riconosco la schiettezza e quell'essere scarni e diretti, tipico delle persone di mare. Ma non esiste alcun tradimento. Solo un cambiamento, che non giustifica il rancore, le minacce e gli insulti che qualcuno mi ha rivolto. È il percorso di tutti: strade che si dividono; una nuova tifoseria da abbracciare: calda come quella rossoblù e amica da sempre di quella genoana; compagni di viaggio che si salutano, per poi rincontrarsi, un giorno, chissà. Se rompo solo adesso il silenzio, è perchè ho voluto evitare altri fraintendimenti e confusione. Ho preferito scrivere oggi, dopo un periodo di riflessione, per non alimentare altre polemiche. Chiudo ringraziando tutti. Grazie al Presidente, alla società, al mister (presente e passato), ai compagni di squadra, ai tifosi, ai magazzinieri, ai giardinieri, ai custodi del centro sportivo e dello stadio… Vi sono grato per ogni parola, critica, complimento, pacca sulla spalla e sorriso che mi avete donato. Sono nato al mare, a Livorno. Sono rinato al mare, a Genova. Ora ritroverò un altro mare. Per un'altra avventura”.

Stefano Grandi


Tags: napoli minacce higuain Pavoletti

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