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Napoli nel caos: contestazione, silenzio stampa e progetto in crisi

24/10/2014 12:25

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IBERNAti in Svizzera, presi a schiaffi sul campo dai “giovani ragazzi” dello Young Boys e fuori da tifosi inferociti che non hanno trovato niente di meglio per sfogare la rabbia che aggredire il pullman azzurro, per gli azzurri del Napoli è davvero il momento più difficile dell’era De Laurentiis. Il tracollo in Europa League potrebbe anche non essere grave per il passaggio del turno, basterebbe vincere le due gare casalinghe per essere certi di andare ai sedicesimi, ma ha certificato una volta di più carenze tecniche, di personalità e di attaccamento alla maglia. Non si salva niente del Napoli che ha perso onore e punti con lo Young Boys e a poco serve parlare di motivazioni insufficienti. Sotto accusa il turnover cieco di Benitez, che cambia otto undicesimi di squadra con eccessiva disinvoltura ma soprattutto chi va in campo. Proprio chi gioca meno dovrebbe approfittare di queste occasioni per ritagliarsi un posto al sole ed invece a deludere maggiormente sono state le seconde linee.

MERCATO SOTTO ACCUSA - E se tra i peggiori ci sono Michu e De Guzman, chiamati a non far rimpiangere Callejon ed Hamisk lasciati inizialmente in panchina, nel mirino ci torna ancora una volta il calciomercato. Dei quattro nuovi presi in estate Koulibaly e David Lopez, sia pur tra alti e bassi, hanno fatto vedere qualcosa di positivo (anche se non al punto da alzare il livello qualitativo della squadra), gli altri due, ovvero Michu e De Guzman, sono ancora oggetti misteriosi. Aggiungiamoci che Zapata non è un valido sostituto di Higuain e si registra la fase involutiva di diversi giocatori della vecchia guardia, da Albiol a Ghoulam, e ne vien fuori un quadro preoccupante. La striscia di 4 risultati utili consecutivi non aveva illuso nessuno, anzi. Il 2-2 di San Siro con l’Inter era stato giudicato un passo indietro per come era arrivato e la brutta sconfitta con lo Young Boys ha dato conferma che il Napoli è ancora malato eccome. All’insicurezza in campo, figlia di autostima azzerata, si è aggiunta ora anche la paura per la reazione della piazza. L’aggressione in Svizzera ha scosso tutti, la squadra reagirà col silenzio stampa. Forse parlerà domani Benitez per spiegare le ragioni dei giocatori, alla ricerca di una tranquillità smarrita da tempo. Urge però dare una risposta in campo: domenica c’è il Verona, poi mercoledì l’Atalanta ed il sabato successivo la Roma. Il Napoli rischia di vedere il suo progetto fallito già ad ottobre, uno smacco insostenibile e ingiustificabile cui allenatore e squadra sono chiamati a rispondere. Prevedibile che lo stadio domenica sarà semi-vuoto, la gente si sta sempre più disaffezionando e chi non contesta, diserta gli spalti. A colpire è che i primi demotivati siano proprio i giocatori: quella “cazzimma” auspicata da Inler alla vigilia è rimasta nell’elenco delle buone intenzoni. Tornare ad essere squadra vera è il primo imperativo improrogabile.

Stefano Grandi


Tags: napoli benitez young boys higuain michu de guzman

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