Napoli a Verona col turnover, il ricordo-incubo di Mazzarri col Chievo

Turnover a Verona, una scelta quasi obbligata per il Napoli di Sarri, che pure non ama cambiare più di tanto la sua formazione-base, nella prima di campionato. Stasera al Bentegodi, nel giorno della 100esima panchina di A, il tecnico azzurro deve sfatare due tabù. Il primo è quello dell'esordio flop. Sarri infatti non ha mai vinto col Napoli la prima di serie A: al primo anno il ko col Sassuolo, un brutto colpo che gli costò non poche critiche e che successivamente contribuì al passaggio all'attuale 4-3-3. Nella scorsa stagione il Napoli rischiò il ko a Pescara, riuscendo solo con l'orgoglio a rimediare un 2-2, con doppietta di un Mertens lasciato inizialmente in panchina e polemico dopo i gol nei confronti dell'allenatore. Il secondo è quello del turnover a Verona, perchè anche se sono passati quasi sei anni nessuno dimentica i tanti cambi di formazione che fece Mazzarri un sabato del settembre 2011 quando giocò al Bentegodi (ma contro il Chievo) per gli impegni di Champions. Così come Sarri oggi deve pensare a preservare qualcuno dopo la gara di andata col Nizza e quella di ritorno di martedì prossimo in Costa Azzurra, Mazzarri all'epoca cambiò tanto, troppo e schierò inizialmente tante riserve come Fernandez, Fideleff, Mascara, Santana e un Pandev ancora fuori forma, finendo col perdere la partita 1-0. Le analogie però si fermano qui e per due motivi: Sarri stasera cambierà al massimo cinque elementi: Maggio per Hysaj, Chiriches per Koulibaly, Diawara per Jorginho, Zielinski per Allan e forse Milik per Insigne ma la grande differenza è nella qualità delle seconde linee. Nel 2011 le riserve del Napoli erano davvero un Napoli-B, le seconde linee di Sarri sono di tutt'altro spessore e no inficiano sulla qualità del gioco.

Stefano Grandi