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Muntari può esultare: Ero stato trattato come criminale

06/05/2017 12:48

Muntari può esultare: Ero stato trattato come criminale |  Sport e Vai

La revoca della squalifica dopo che aveva abbandonato il campo per offese razziste, è stata giudicata unanimemente un successo. Il giocatore del Pescara Sulley Muntari l'ha commentata con un comunicato rilasciato al sindacato mondiale dei calciatori (FifPro: "Finalmente qualcuno mi ha ascoltato, ero arrabbiato e mi sono sentito isolato. Sono stato trattato come un criminale. Com'è stato possibile che sia stato punito quando invece ero la vittima? Spero che tutto questo possa aiutare altri calciatori a non soffrire come me, spero che la mia vicenda sia un punto di svolta per l'Italia. E che faccia capire a tutti quando è il momento di alzarsi in piedi per difendere i propri diritti. Vittoria importante, nel calcio e nella società non c'è spazio per il razzismo. Grazie a chi mi ha sostenuto: dal sindacato, all'Onu sino all'Associazione Italiana Calciatori". Proprio il presidente dell'Aic Damiano Tommasi aveva scritto sul sito dell'associazione: “la vicenda di Sulley Muntari a Cagliari mi ha riportato alla mente don Lorenzo Milani e la sua ‘Lettera ai giudici’ del 18 ottobre 1965. “Dovevo ben insegnare come il cittadino reagisce all’ingiustizia. […] È l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso di legalità (e in questo somiglia alla vostra funzione), dall'altro la volontà di leggi migliori cioè di senso politico (e in questo si differenzia dalla vostra funzione). […] In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo di amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservare quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando non sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate. […] E quando è l'ora non c'è scuola più grande che pagare di persona un’obiezione di coscienza. Cioè violare la legge di cui si ha coscienza che è cattiva e accettare la pena che essa prevede. […] Non meravigliatevi, dunque, se ancora non possiamo obbedire tutte le leggi degli uomini. Miglioriamole ancora e un giorno le obbediremo tutte.” Discutere dal campo con i tifosi non va fatto, se si sta rispondendo ad un insulto a sfondo razziale è però un dovere. Protestare platealmente contro l'arbitro mettendo le mani sulle braccia va sanzionato, se lo si fa per far capire che gli insulti razzisti vanno fermati sul nascere deve essere un’esimente. Se si lascia il campo anzitempo senza il permesso dell'arbitro ci deve essere l'ammonizione, se lo si fa per non peggiorare la situazione e per dare un segnale di condanna ad insulti razzisti non si può essere sanzionati. Un giudice, anche e soprattutto sportivo, non può non tenerne conto e quanti possono intervenire non si devono fermare alla condanna mediatica della sanzione o ad un progetto contro ogni forma di razzismo… interveniamo sull'interpretazione delle norme”.

Stefano Grandi


Tags: squalifica Muntari tommasi

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