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Moratti: Che errore gravissimo feci il 5 maggio

21/08/2021 09:36

Moratti: Che errore gravissimo feci il 5 maggio |  Sport e Vai

Tutto Moratti pubblico e privato. La serie di Dazn dal titolo ''Simpatico', mette in luce tutti i lati del carattere dell'ex presidente dell'Inter che si racconta a cuore aperto.

Tanti i temi toccati, anche quelli brutti come il 5 maggio

"La sveglia del 6 maggio è quella in cui dici che è successo qualcosa di inaspettato e terribile, all'ultimo minuto e anche per colpa nostra, per incapacità di affrontare l'ultimo ostacolo. Mi sentivo in colpa verso i tifosi. Feci un gravissimo errore a non scendere negli spogliatoi tra primo e secondo tempo, ma perché ero avvilito in maniera terribile. Nel secondo tempo entrando avevano capito com'era la cosa ma lo stesso tenevano un atteggiamento come se fosse facile. E infatti finì esattamente al contrario con la Lazio che passeggiando e senza fare cose eccezionali ci batté 4-2.

Il ricordo bello è l'acquisto di Ronaldo

Ronaldo era il numero uno in quel periodo. Ho pensato che ci fosse la possibilità di tentarla. Io ero appena arrivato, da un anno. Credo che gli altri presidenti non pensassero nemmeno che potessi farlo. Gli altri credevano forse che fosse impossibile. Lo avevo conosciuto perché era venuto a trovarmi a Milano con la sua fidanzata quando era al Psv.

Tra i tecnici più amati oltre a Mourinho c'è Mancini

"Un bel giorno ricevo a Natale da parte di Mancini una maglia di quelle vecchie, di lana, con uno scudettone grossissimo e un biglietto: 'Se vengo all'Inter rivinciamo'. Rimasi abbastanza convinto di puntare su Mancini. E' stato fin da subito un volere da giocatore. Ne abbiamo anche parlato assieme ma poi il presidente della Sampdoria giustamente mi disse che non si permettevano di venderlo. Ma siamo sempre rimasti legati. Ho seguito la sua storia all'Inter con affetto, ci tenevo moltissimo avesse successo".

Dopo di lui lo Special One

"Lo chiamammo con la chiarezza che non c'era nulla di definitivo, solo dirgli che noi saremmo stati interessati se fosse stato interessato lui e che solo a fine campionato potevamo dargli una risposta definitiva. La risposta fu: 'Dite al presidente che da questo momento mi sento l'allenatore dell'Inter'. Il primo incontro con Mourinho fu a Parigi e lì c'è un portiere di questa casa che è portoghese ed è un po' la capa di tutte le portinerie di quella via. A un certo punto mentre eravamo lì a mangiare formaggio con Mourinho suonò la porta e questa signora entrò facendo finta di chiedere se c'era bisogno di qualcosa e poi vide Mourinho. Disse: "Oh José", poi ha preso e se n'è andata. Quando una cosa deve essere segreta, il segreto di una portinaia si sa perfettamente...".

C'è spazio anche per lo scambio Ibra-Eto'o

"Nasce da un incontro con Laporta. Parlando delle nostre squadre mi chiede com'era Ibrahimovic e gli dissi che era il più grande che si potesse immaginare. Un giocatore completo, dove andava vinceva il campionato. Mi disse se avrei potuto venderlo e dissi: 'Non ci penso neanche'. Allora mi fece delle proposte e dissi: 'Se mi dici quattro volte tanto non so se ti dico di sì'. In ufficio mi arrivò una telefonata di Laporta e mi disse che voleva passare da Milano perché aveva capito che avevo ragione. Nella sorpresa mi dissi che magari mi avrebbe davvero offerto quattro volte tanto. Così è stato. Si è presentato in casa e sul portone mi ha detto: "L'offerta è questa". Dissi: "Per me va benissimo" e ci siamo stretti la mano."

Infine la vittoria della Champions

Il giorno prima della finale vivevo veramente col terrore. Mi dicevo: 'Mi sta venendo una colica renale e domani non vedo la partita...'. E allora ero lì che facevo il sacrificio classico. 'Non vado alla partita, l'importante è vincere'. Poi fortunatamente non mi venne del tutto e alla partita andai. Aa differenza tra l'alba del 6 maggio e quella di Madrid è notevole. C'era la decisione di andare a Milano o stare lì. Mi sembrava antipatico pensare che non essendoci Mourinho andavo io a prendermi tutti gli onori di una vittoria che era da dividere. Io me ne rimasi a Madrid e fu molto rilassante...Poi la festa continua per qualche giorno


Tags: inter moratti ronaldo

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