Morata: Il momento più felice della carriera e so chi ringraziare

In tanti lo rimpiangono alla Juve. Lo stesso Allegri se avesse potuto l'avrebbe tenuto sempre con sè. E' il destino di Alvaro Morata, il cui valore lo si scopre troppo spesso dopo. E' successo anche con la Spagna dove oggi è una pedina preziosa ma in passato è stato violentemente contestato dai tfosi. A questi Mondiali ha già segnato un gol al Costa Rica e a Marca racconta di come lo abbia aiutato Luis Enrique l’anno scorso.

«Molto. E’ difficile da spiegare. Si è fidato di me nel momento più difficile, non solo nella mia carriera perché ho avuto altri momenti brutti, anche nella mia vita personale. Sentivo di avere un intero Paese contro di me, era una situazione molto difficile e lui mi difese contro tutti. Tutto quello che sto cercando di fare è restituirgli quella fiducia e tutto ciò che ha fatto per me».

«Ho avuto molti momenti, ma se devo sceglierne uno è stato il giorno prima della seconda partita, contro la Polonia. Ero nel corridoio in attesa, perché era il mio turno di parlare in una conferenza stampa. Mi sono alzato e non avevo nemmeno voglia di guardare il mio cellulare, ho solo parlato con mia moglie, i miei genitori e i miei figli. Sono andato alla conferenza stampa senza voler parlare. Stavo aspettando e l’ho sentito dire: “Morata e altri dieci. È stato allora che ho capito che non dovevo solo pensare al campo, che dovevo dare tutto e che quando sono cambiato nelle partite dovevo sentirmi morto. Ora sono probabilmente il Morata più felice della mia carriera».

Infine gli viene chiesto qual è la cosa peggiore che abbia mai fatto nel calcio

«Combattere ogni settimana e ogni fine settimana contro me stesso. Quando devi dimostrare a te stesso che dai più importanza a ciò che la gente può pensare o dire di te, vuol dire che lo stai facendo male e finisci per soffrire. È ancora più difficile quando devi combattere contro te stesso e contro tutte le circostanze che ti circondan