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Mistero Kalinic, Gattuso dovrà recuperarlo e meno male che Cutrone c'è

01/03/2018 12:14

Mistero Kalinic, Gattuso dovrà recuperarlo e meno male che Cutrone c'è |  Sport e Vai

Meno male che Patrick c'è. Perchè se il Milan avesse dovuto affidarsi solo ai due costosissimi bomber comprati in estate tutti questi risultati che stanno trasformando una stagione da dimenticare in un anno di traguardi possibili non sarebbero mai arrivati. Per Andrè Silva ormai c'è quasi più rassegnazione che altro ma stupisce forse ancor di più l'anno-no di Nikola Kalinic. L'ex viola aveva tutto per imporsi in rossonero: conosceva il calcio italiano, era cresciuto molto negli anni alla Fiorentina (in Cina avrebbero pagato anche 50 milioni di euro per comprarlo), sul mercato è stato seguito da mezza Europa (anche il Napoli ci ha pensato) ma alla resa dei conti si sta dimostrando un flop. L'errore clamoroso di ieri in coppa Italia è solo l'ultimo anello di una serie di delusioni che, miste ai problemi fisici, lo stanno relegando sempre più ai margini della squadra. Lo stesso Gattuso ha ammesso di aver temuto di averlo perso definitivamente dopo l'erroraccio all'Olimpico: se il Milan fosse stato eliminato sarebbe stato durissimo riprendersi, ora sarà meno complicato ma il tecnico dovrà lavorarci. Che c'entri anche la maledizione del numero 7? Dopo l’addio di Shevchenko al Milan mai nessuno è stato in grado di imporsi in rossonero con il numero 7 sulle spalle in rossonero. In principio fu Ricardo Oliveira, arrivato a Milano nell’estate 2006 proprio per sostituire Sheva dopo aver mostrato grandi numeri in Spagna. Fallimento totale per l’attaccante brasiliano, ceduto dopo una sola stagione e dopo aver collezionato la miseria di 3 gol in stagione. La speranza rossonera aveva il nome di Alexandre Pato, acquistato ancora minorenne nell’estate del 2007 e sceso in campo per la prima volta con la maglia numero 7 del Milan nel gennaio 2008. Subito un inizio esaltante, poi l’inizio della fine: una lunghissima serie di infortuni ha lasciato senza pace il brasiliano, che ha dovuto dire addio ai colori rossoneri. Poi il turno di un altro campione verdeoro, Robinho, che dopo aver indossato la maglia numero 70 nella stagione 2010/11 conclusa con la vittoria dello scudetto, nell’annata 2012/13 ha scelto di vestire il numero 7. Risultato? Soltanto due gol in stagione. A fasi alterne l’avventura al Milan di Jeremy Menez, numero 7 tra luci e ombre nelle stagioni 2014/15 e 2015/16, mentre nello scorso campionato il numero tabù è prima finito sulle spalle di Luiz Adriano, ceduto a stagione in corso allo Spartak Mosca, poi su quelle di Gerard Deulofeu, arrivato a gennaio dall’Everton e rimasto in rossonero soltanto sei mesi prima di andare al Barcellona. Kalinic aveva scelto la n.7 proprio in onore di Sheva ma senza risultati. E meno male che Patrick c'è...


Tags: milan Shevchenko kalinic

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