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Milan, Inzaghi: Sotto tiro ma non penso all’esonero

06/03/2015 13:32

Milan, Inzaghi: Sotto tiro ma non penso all’esonero |  Sport e Vai
I giornali li ha letti anche lui in queste settimane: gli stessi che fino a qualche mese riportavano le lodi generalizzate dell’ambiente rossonero nei suoi confronti, ora parlano di ultimatum e di possibilità di esonero per far posto a Tassotti fino a fine stagione ma Pippo Inzaghi è rimasto lo stesso. Alla vigilia della gara con il Verona il tecnico del Milan si mostra impassibile: Mi interessa poco di quello che si dice di me. Sono convinto delle mie idee e del mio modo di lavorare. E questo mi lascia tranquillo. Devo essere valutato per i risultati. Il mio sogno è quello di dare ancora tanto al Milan, sento l'affetto della società. Sono bravi perché mi fanno lavorare con serenità. Poi, qualunque scelta faranno a giugno, il Milan sarà sempre nel mio cuore. Ma io vorrei rimanere qui per 20 anni. Non mi pongo problemi. Sono stimolato a far tenere vivo il pensiero che la società aveva di me questa estate. La squadra mi segue e ha voglia di far bene. Quando sei l'allenatore del Milan sei sotto tiro, tutti i giorni. Voglio che la squadra faccia bene e non si faccia influenzare. L'unica cosa che la società non ha imputato ai giocatori è stato l'impegno. E questa è una cosa giusta da far rimarcare. Poi possiamo migliorare e domani abbiamo una bella possibilità. Gli incontri fatti con Galliani sono stati costruttivi, per il bene del Milan. Ognuno di noi è stato portato a lavorare ancora di più, perché la società vuole il nostro bene ed il bene del Milan. E questa è la cosa più bella". E sull’accanimento nei suoi confronti aggiunge: “I risultati portano i commenti. A volte mi dispiace leggere cose come quelle di Tassotti, che è falsa. L'ho voluto io al Milan, ci confrontiamo spesso. Io sono forte, gli attacchi a me non mi interessano. Anche se è stata rettificata, è stata scritta. Mauro è una persona straordinaria, ho lottato un mese per farlo venire. Sulla parte tecnica accetto tutto e vorrei farvi cambiare idea. Sono successe tante cose, un girone fa giocavamo un bel calcio. Dobbiamo tornare a fare quello che sapevamo fare. Però, vincendo domani, potrebbe essere un passo in avanti. Guardarsi alle spalle non ha più senso. E' giusto capire cosa fare per tornare ad essere quello che eravamo. Abbiamo ancora la possibilità di svoltare. Chi lavora, sbaglia. Chi non lavora, non sbaglia. Sono sereno. Penso che quando allenerò tra 20 anni farò ancora errori. L'allenatore che fa meno errori è il migliore. Fare questo mesitere è bellissimo e lo farò ancora a lungo. Vi ringrazio delle critiche e mi avete stimolato a fare meglio il mio lavoro. Si impara sempre qualcosa. Spero di non avere mai un esonero, ma tutti gli allenatori sono passati da questo. Sono convinto di far bene, i problemi della vita sono altri". DA CERCI A DESTRO - Resta in piedi il caso Cerci, che chiede più spazio: "Alessio è un giocatore che ha una buona condizione, da quando è arrivato ha giocato 10 partite. Per me è in una buona condizione e ci può dare una grande mano. Davanti ho cinque giocatori importanti per tre posti e non è facile. Davanti abbiamo tanta qualità e va sfruttata. Destro? Quando stai due partite senza segnare, sembra che sia in crisi. A Verona, per me, ha fatto una buona partita. Poi ho in panchina un giocatore importante come Pazzini. Destro, nella Roma, toccava 20-21 palloni, come capitava a me. Al Milan 19. Menez, invece, ne toccava 42. Noi dobbiamo sfruttare al meglio le loro caratteristiche e servirli nel modo migliore. Dobbiamo dare qualcosa in più, tutti. Dobbiamo alzare l'asticella, senza dare colpe a nessuno, per il bene del Milan e siamo i primi a sapere che il campionato è ancora lungo e che se vinciamo due-tre partite di fila, i giudizi cambieranno. L’ultimo pensiero è sugli infortuni: "Non voglio che siano un alibi. Abbiamo una rosa all'altezza. Gli infortuni sono andati di pari passo con la nostra classifica. Abbiamo cercato di capire anche questo. Adesso abbiamo De Jong e Montolivo fuori e che vengono da situazioni particolari. Nigel non ha fatto la preparazione. Ogni infortunio ha una storia particolare. Con la Lazio, in coppa, avevamo fuori sette giocatori per infortuni traumatici. Per i problemi muscolari, anche qui ci sono casi singoli. Montolivo ha stretto i denti vedendo la squadra in difficoltà. Io ho giocato con Ferrara che ha giocato un anno e mezzo con lo stesso problema e ha faticato a trovare la condizione. Ma domani dobbiamo vincere a tutti i costi". Stefano Grandi

Tags: milan GALLIANI esonero INZAGHI Cerci destro

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