05/11/2021 11:36
Ha parlato tanto della Juventus, Weston McKennie, in un'intervista concessa a uno dei network più seguiti negli Stati Uniti, NBC. Raccontando anche qualche curioso retroscena sui primi tempi dell'esperienza in bianconero:
"Ho lottato un po' cercando un equilibrio quando sono arrivato. Non dal punto di vista dell'umiltà, ma per il semplice fatto che il calcio italiano ha una cultura diversa e la Juventus non è come le altre squadre in cui ho giocato. Ha una reputazione diversa. Tutti si aspettano che vinca e se non ci riesci non lo si accetta. Io sono una persona che odia perdere, ma non riesco a pensare troppo al passato. Fa male la sera, forse un po' il giorno dopo, ma dopo la vita e il calcio vanno avanti e bisogna concentrarsi sulla prossima sfida. Quando sono arrivato mi dicevano: 'Ehi, che stai facendo ragazzo? Ridi, scherzi e ascolti musica, ma ieri abbiamo perso'. Ho imparato a scegliere i momenti giusti in cui lasciar uscire la mia personalità e quando contenerla".
Essere al fianco di tanti campioni è emozionante:
"Se me l'avessero detto cinque o sei anni fa non ci avrei creduto: è da pazzi giocare con Dybala, Ronaldo, Bonucci e tutti gli altri. A casa mi chiedono com'è lo spogliatoio, che tipo è Dybala. Non cambierebbe nulla se io non ci fossi, ma questi sono i miei compagni, è la mia squadra. Se ho bisogno di loro mi basta bussare alla porta della loro camera. Quando arrivi in squadre come questa non puoi comportarti da 'tifoso' o da 'fan' perché ora questo è il tuo nuovo livello: devi dimostrare di poterci stare".
Infine sulla clamorosa cacciata dalla nazionale a settembre:
"Non scenderò nei dettagli, ma per me è stato un grande test mentale, una grande sfida da superare: sbagli e vieni visto automaticamente come egoista, come qualcuno che delude la squadra. La gente dimentica che siamo esseri umani: non siamo robot, anche noi facciamo errori. Tutti li fanno".