25/05/2022 17:29
C'era anche Beppe Marotta alla celebrazione per i 130 anni de Il Mattino. L'ad dell'Inter è tornato a parlare del momento delicato del calcio italiano, dicendo
"nel 2000 noi eravamo El Dorado del calcio in termini di partite e di ingaggi. I giocatori venivano qui, come Maradona, e finivano la loro carriera qui. Oggi il nostro è un campionato di transizione, vedere Lukaku e Hakimi che sono arrivati da United e Real e poi al termine della stagione hanno chiesto di andare via. Improvvisamente abbiamo perso posizioni, mi chiedo: perché? Non siamo stati pronti al cambiamento, gli inglesi lo hanno capito partendo dal prodotto in termini di vendita, come per la vendita ai media. Noi in 20 anni abbiamo perso potere competitivo... In Italia non c'è il ministero dello sport, nelle scuole lo porto non esiste e il calcio come disciplina non è seguito, abbiamo una disperazione di talenti perché nessuno è in grado di identificarli".
Il mantra di Marotta, da oltre un anno e mezzo, è sempre lo stesso
"La sostenibilità è fondamentale, essendo un fenomeno popolare poi se dovessimo chiedere a 10 tifosi se preferirebbero una squadra in default ma vincente o solida ma quinta in classifica, 11 risponderebbero vincere ma fallita. Certi costi devono essere contenuti, questo bisogna capirlo: oggi il costo del lavoro sfiora il 70% del fatturato e questo è inaccettabile. Ridurre i costi è fondamentale, ma anche salvaguardare la competitività. Perseguire la sostenibilità sì, ma anche valorizzare le risorse. L'obiettivo dell'Inter è arrivate nelle prime quattro e da lì arrivano decine e decine di milioni, fondamentali per le casse societarie".