Sport E Vai  Sport e Vai
Sabato 20 Aprile 2024
SEGUI SPORTEVAI SU

Maradona, 15 anni fa l'addio al calcio: lacrime, gol e batticuore VIDEO

10/11/2016 12:22

Maradona, 15 anni fa l'addio al calcio: lacrime, gol e batticuore VIDEO |  Sport e Vai

MARADONA ADDIO LACRIME

Erano le 16.25 del 10 novembre 2001 a Buenos Aires quando Diego Maradona scese in campo per la sua partita di addio al calcio nella Bombonera, il suo teatro preferito assieme al San Paolo. Quello dove aveva fatto le sue prime vere recite da attore ineguagliabile e quello dove tra le lacrime aveva deciso di dire basta. Quindici anni fa Maradona salutava dopo emozioni, gol e batticuore per tifosi di ogni latitudine, ma in realtà l'orologio del tempo e quello di una vita sregolata lo avevano fermato molto prima. Era bolso, con il cuore affaticato e grasso Diego quel giorno. Ne avrebbe avuti di giorni migliori dopo, non quel 10 novembre dove parlava a fatica e si muoveva con circospezione sull'erba argentina. Inutile chiedersi cosa sarebbe stato Maradona senza tutti gli eccessi che hanno caratterizzato la sua vita, quella fuori dal campo che influiva su quella in campo. Forse non sarebbe stato Maradona. O forse sarebbe stato più forte di Maradona. Chissà. Quindici anni fa con la maglia del Boca Juniors organizzò la sua partita-celebrazione (clicca qui per il video), giocando assieme a Veron, Samuel, Sorin, Zanetti, di fronte al Resto del Mondo con Ciro Ferrara, Francescoli, Suker, Cantona, Matthaeus. Le tv del mondo collegate in diretta (da qui l'orario più affine alla prima serata in Europa), 50mila spettatori impazziti sugli spalti, in tribuna anche le figlie Dalma Nerea e Giannina Dinorah, sua madre donna Tota, suo padre don Diego, la moglie Claudia. Tutti con lo stesso coro: “Olè-olè-olè-olè, Diegooo-Diegoooo”.

MARADONA ADDIO LACRIME RIGORE - Lui parla, gioca, piange, segna su rigore a Higuita, abbraccia amici e compagni, saluta il pubblico. Prende il microfono e si chiede davanti al mondo intero: “Che farò ora non lo so”. Si commuove mentre quel calcio che tutto gli ha dato e cui lui tutto ha dato gli fa quadrato intorno, stringendolo forte come fosse un bambino e non un uomo che a 41 anni è famoso come il Papa. Quella partita finì 6-3, quel giorno rimase nella memoria collettiva più di tante altre partite e partitelle che Diego avrebbe giocato dopo, per beneficenza o divertimento. Era l'omaggio ufficiale. Era l'addio per la storia. Anche se addio l'aveva già detto a modo suo, senza volerlo riconoscere. Maradona meritava una festa vera, anche se non era il vero Maradona quell'uomo obeso, stanco, emozionato e anche un po' impaurito che 15 anni fa volle salutare il mondo in diretta. Nessuno come lui prima, nessuno come lui dopo. Maradona è stato ed è ancora un dio per Napoli e per tutta l'Argentina, le sue patrie non solo calcistiche. E ogni ricorrenza, ogni 30 ottobre (giorno del suo compleanno), ogni anniversario di gol storici (e ne son tanti) è l'occasione per ricordarsi di quel genio ribelle fermato dal tempo come calciatore ma che ha fermato il tempo della memoria per marchiarlo d'eternità nei ricordi di tutti.

Fabrizio Piccolo


Tags: napoli addio maradona

Articoli Correlati