Mamma Ciro Esposito rivive il suo dramma dopo scontri ultrà Roma-Napoli

Scene di violenza tra ultrà romanisti e napoletani, un ferito grave e poteva finire peggio. La storia non  insegna niente: nel 2014 ci scappò anche il morto, Ciro Esposito che perse la vita con la sola colpa di essersi recato allo stadio Olimpico per assistere alla finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Fu ferito da un colpo di pistola esploso da Daniele De Santis, ultras romanista, prima della partita e morì dopo 53 giorni al Policlinico Gemelli.

La madre di Ciro, Antonella Leardi, racconta la sua disperazione alla Repubblica commentando  i nuovi scontri tra le tifoserie di Napoli e Roma nell'autogrill di Badia al Pino sull'A1.

"Dopo 9 anni è sempre la stessa storia. Io per il calcio ho perso un figlio e continuo ad assistere a scene assurde di violenza. Davvero non ci sono parole. Evidentemente non c'è interesse a risolvere davvero questo problema. Lo Stato deve assumersi le sue responsabilità e provare ad estirpare questo male dal mondo del calcio. Lo sport è altro, non si può continuare così. Si lotta contro la criminalità organizzata e non si riesce a fermare questa violenza. Mi sembra molto strano, c'è qualcosa che non va. Non conosco quale sia la ricetta per risolvere certi problemi. So soltanto che mio figlio quel maledetto giorno del 2014 è uscito di casa per andare a vedere il Napoli e non è mai più tornato. Noi siamo stati completamente abbandonati. Si può morire per un incidente stradale, per una malattia, ma non per una passione. Non mi stanco di ripeterlo".