Le verità di Conte su mercato, Eriksen e scudetto

Assicura di non essere cambiato, di essere sempre stato aziendalista, vuol vivere l'Inter h24 per farla tornare a vincere ed è sicuro che quando andra via lascerà un club migliore di quello che ha trovato. Ora sì che si sente il vero Conte. Il tecnico nerazzurro si confessa alla Gazzetta

Molti parlano solo della vittoria come se fosse lì, facile da raggiungere, a portata di mano. Io invece parlo della mentalità vincente. Della preparazione alla vittoria. Perché si può vincere un anno anche solo per demeriti altrui o perché ti gira tutto bene, ma essere una società vincente nel tempo è un’altra cosa.

Quando gli ricordano altri allenatori vincenti come Herrera, Trapattoni e Mourinho mette le cose in chiaro

L’Inter di Herrera e di Mourinho erano realtà consolidate. Squadre con tanti uomini che avevano già vinto tanto. Anche la mia Inter ha dei valori importanti, voglio solo che non si confondano dimensioni diverse. Noi siamo partiti molto più indietro, ora numericamente siamo più strutturati. Come funzionalità di calciatori possiamo migliorare

In tanti pensano che il mercato non l'ha convinto, Conte risponde così

Gli allenatori non sono mai del tutto soddisfatti. Non ne troverà mai uno...Ognuno di noi ha qualche situazione da sistemare, qualche ruolo che voleva coprire diversamente, qualche uomo da adattare. E’ stato un mercato difficile per tutti. Sia nel comprare sia nel vendere. La società era stata chiara: si fa mercato con quello che si incassa. Il mio compito è di lavorare e rendere migliore la rosa che mi viene messa a disposizione...Io sono sempre stato un aziendalista. Il club viene prima di tutto e sopra a tutti. Per questo lavoro anche per far crescere e migliorare le strutture. E’ giusto che tutti, me per primo, lavorino in funzione del club. Questo campionato è più difficile rispetto a quello scorso. Dobbiamo essere bravi a cogliere i momenti giusti in partita, sprecare meno, evitare ogni distrazione. In una parola, crescere. Il livello di guardia degli avversari si è alzato e bisogna capirlo bene

Su Eriksen una sola battuta

Tutte le scelte che faccio sono sempre e solo per il bene dell’Inter non per quello del singolo giocatore".