La prima moglie di Rossi commuove con suoi ricordi

La lettera di Federica, la moglie di Paolo Rossi, l'eroe del Mundial '82 scomparso nella notte tra mercoledi e giovedì per un tumore al polmone, ha commosso tutti  ma anche la prima moglie di Pablito, Simonetta Rizzato ha tanti ricordi da condividere. Parlando al Corriere della Sera racconta di aver conosciuto l'ex bomber a 17 anni a Vicenza, quando lui ne aveva 20 e non era ancora esploso. Un colpo di fulmine che portò al matrimonio e a 18 anni insieme. Simonetta è la madre di Alessandro, il primogenito di Paolo Rossi, ed è affranta ("ora che se n’è andato mi lascia con un dolore immenso e con la consapevolezza di aver avuto il privilegio di passare la prima parte della mia vita con un uomo straordinario").

Anche le riviste si occuparono molto del loro amore, che poi finì

Lui era spesso lontano per lavoro e alla fine, dopo tanti anni insieme, abbiamo deciso di lasciarci e prendere strade diverse. Abbiamo un figlio che ci unisce, Paolo era una persona così dolce che non aveva senso escluderlo dalla mia vita. Io mi sono risposata e anche lui ha conosciuto Federica, una donna stupenda. Anche dopo la separazione, l’ho sempre sentito parte della mia famiglia. Paolo l'ho visto l'ultima volta il giorno prima che morisse. Sono andata a trovarlo in ospedale a Siena e ci siamo detti addio

Simonetta riavvolge il nastro dei ricordi, dal Mondiale in Spagna («Fu pazzesco. Però io aspettavo Alessandro, che sarebbe nato a dicembre, e quindi ero concentrata soprattutto sul bambino che portavo in grembo») alla squalifica per il calcioscommesse

Lui non avrebbe mai venduto una partita. Non ne aveva bisogno, perché già guadagnava bene, ma soprattutto non era il tipo da accettare simili compromessi. Qualcuno lo avvicinò prima di una partita, ma lui non gli diede neppure retta. Alla giustizia sportiva bastò il solo fatto di non aver denunciato subito l’episodio per squalificarlo. La prese malissimo, perché sapeva di essere innocente. Si chiedeva cosa avrebbe pensato la gente: non come sportivo, ma come uomo.