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La 10 di Totti, Mourinho e il rapporto con la Roma: Pellegrini a tutto tondo

04/01/2023 12:40

La 10 di Totti, Mourinho e il rapporto con la Roma: Pellegrini a tutto tondo |  Sport e Vai

I primi ricordi legati alla Roma, il primo gol in serie A, il rapporto con Mourinho, gli obiettivi e le prospettive future: intervista a tutto tondo per Lorenzo Pellegrini, protagonista del format Dazn Heroes. Il capitano della Roma si è raccontato in una chiacchierata a 360 gradi:

Quale è il tuo primo ricordo della Roma? "Io non posso non pensare alla mia famiglia e pensare a mio papà. Al di là delle partite che mi portava a vedere allo Stadio Olimpico, che alla fine quell’anno non furono neanche molte perché dopo finì con la vittoria dello Scudetto, diciamo che era molto impegnativo portarmi allo stadio… avevo 5 anni. La prima cosa che mi viene in mente è sicuramente mio papà, perché vive la partita da casa come se fosse allo stadio".

Con il Parma ti portò? "No, non mi portò. Era bello anche solo stare a casa. Poi mi ricordo i festeggiamenti per tutta la città, bandiere della Roma per quattro mesi attaccate alle macchine. Roma è questa. L'entusiasmo, la passione della gente e la felicità si vivono ogni giorno, ogni istante. Quando si passeggia per strada ti salutano, qua è così. Una cosa che per me non si vive da nessun'altra parte".

Il primo gol in Serie A con il Sassuolo: "L'emozione è grandissima, anche perché non fu facile trasferirmi, ma in realtà fu una mia decisione. Quell'anno c'era Rudi Garcia e con lui ho un rapporto eccezionale, ci sentiamo spessissimo, è una persona che stimo infinitamente e ovviamente per me, per quello che ho vissuto è un allenatore top”.

"Non essere più il ragazzo della Primavera mi ha fatto tanto bene, tanto che i primi mesi del primo anno al Sassuolo non giocai mai, la prima partita fu ad ottobre saltando le prime 10. C'erano degli aspetti in cui dovevo migliorare, ho capito che per poter giocare a certi livelli dovevo migliorare sotto determinati aspetti, fisici e mentali. Quella fu un’emozione incredibile. Avevo giocato 90 minuti contro il Cagliari in Coppa Italia e non mi aspettavo di poter giocare anche la domenica dopo perché non avevo questa continuità. Invece la domenica giocai subito sentendomi benissimo e segnai anche il primo gol. La maglietta del primo gol l’ho data a mio papà perché io le perdo tutte".

"Mi vengono attribuite un sacco di cose, ma non si dice mai che io sono un lavoratore, sono uno che non lascia niente al caso. Entro a Trigoria e so che devo lavorare sia per me sia per dare l'esempio agli altri. Sono anche molto esigente verso gli altri. In quel periodo ero alle prime armi, ero appena salito dalla Primavera alla Prima Squadra, avevo fatto 6-7 mesi fisso con prima squadra ma quando fai questo salto è diverso. Quando hai la possibilità a 18 anni di condividere lo spogliatoio con calciatori di esperienza viene naturale chiedere di più a te stesso".

Totti: "Con Francesco abbiamo sempre parlato liberamente. Lui per me è Francesco, è lui, non è una cosa che si può spiegare… Conoscerlo è stato per me importantissimo, tante volte mi ha aiutato, è una persona eccezionale con un cuore grande, grande. Quando ha parlato di promesse non si riferiva al fatto di fare 100 gol all’anno o vincere un milione di trofei ma al fatto di venire qui tutti i giorni e sapere che bisogna avere la responsabilità di meritarsi quello che si ha".

La fascia da capitano: "Portare la fascia al braccio quando è un brivido ed un’emozione grande. Finita la partita, però, bisogna entrare con la fascia da capitano anche dentro lo spogliatoio e durante le riunioni tecniche. E’ la realizzazione di un sogno".

La maglia numero 10: “Non ho mai pensato di prendere la numero 10, primo perché il 7 in realtà è il mio numero preferito, poi perché secondo me non avrebbe senso cambiare numero. Per quale motivo? Per fare contento chi? Conta quello che fai in campo. La maglia numero 10 quando la vedi pensi solo a Francesco ed è giusto che sia così”.

Nell’essere capitano di Lorenzo Pellegrini, c'è qualcosa che hai visto fare a Totti e De Rossi e che hai fatto tuo? "Loro sono due simboli di Roma e lo saranno per sempre. Quando si entrava in campo nessuno parlava ma Francesco potevi sentirlo comunque, questa era la cosa che mi piaceva tanto di lui. Tutti riconoscevano in lui questa leadership e questo mi piace tanto perché so che con il mio carattere posso aiutare un compagno in difficoltà, posso fargli sentire meno la pressione. E tante volte le parole non bastano. A me piace dare l'esempio ".

Zaniolo: "Con Nicolò ho un rapporto particolare. Per me è come un fratello più piccolo e mi dispiace che tante volte viene fatto passare per quello che non è. Invece è un ragazzo eccezionale, un giocatore straordinario".

La finale di Conference League: "Questa è l’unica partita che non ho mai rivisto e non la rivedrò mai. Questo perché non c'è bisogno di vederla, basta che entro a Trigoria e c'è la coppa. Mi ricordo tutto".

Le immagini della festa post partita. Che effetto ti fa? "Non le avevo mai viste. Mi fa l’effetto che ne voglio vincere un'altra. Questo effetto qua".

La festa a Roma: "Non so spiegartelo, per me è stata un'emozione talmente grande… perché in questi anni sono state tante le cose difficili da gestire, da buttare giù, sia qui che magari personali. Io sono uno ambizioso, non vengo a Trigoria per allenarmi e poi vado a casa. Quando sto a casa penso sempre a migliorarmi. Non dico che per me vincere questa coppa era una cosa dovuta, scontata, noi abbiamo voluto questo, abbiamo lottato e sudato, però era il mio sogno. I sogni sono belli quando li raggiungi".

Mourinho: “Nella mia mentalità occupa il primo posto. Per me lui è stato fondamentale, mi ha insegnato delle cose alle quali mai avrei pensato. La cosa che mi piace di più di lui è che non gli basta mai, non gli basta di essere l’allenatore che nella storia ha vinto più trofei. Sta male se non vince e questa cosa di lui mi piace perché ti fa esprimere al 100% e ti fa percepire la passione che una persona che ha vinto tutto ha ancora nel vincere una partita. E non parlo di trofei. Con lui abbiamo vissuto una finale e non si parlava altro che di vincere”.

C’è una volta che ti ha sorpreso? “In realtà tante volte. Quando non si vince si sente qui dentro l’aria di chi non ha vinto e chi non  sente il peso della vittoria e della sconfitta qui dentro non può stare. Lui però, dopo una partita persa, disse che era soddisfatto, sottolineando che percepiva l’esistenza di un feeling importante nonostante fosse arrivato da poco. E concluse dicendo che ci saremmo tolti delle soddisfazioni”.

Le punizioni: “Ho avuto la possibilità di allenarmi con Kolarov che era incredibile sui calci piazzati. Mi ha aiutato tanto. A lui non piaceva la mia rincorsa e infatti l’ho modificata seguendo il suo consiglio”.

Il gol di tacco contro La lazio e contro il Verona e l’esultanza con le orecchie: “Forse sì, il gol di tacco contro il Verona è il più bello della mia carriera ma anche la punizione nel derby… Il primo gol nel derby è quello al quale sono più legato perché stavamo vivendo un momento brutto. Avevamo perso a Bologna dove avevo sbagliato un gol facile e il gol al derby ha cambiato tante cose. L’esultanza con le orecchie non è una polemica ma non vedo l’ora di sentire la gente urlare il mio nome”.


Tags: Roma pellegrini Dazn

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