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Katia Serra: Non cambierei niente della mia telecronaca

14/07/2021 14:54

Katia Serra: Non cambierei niente della mia telecronaca |  Sport e Vai

Competente ma invasiva, brava ma con la voce stridula. Si è sentito tutto e il contrario di tutto su Katia Serra, l'ex calciatrice arruolata dalla Rai per fare da seconda voce a Bizzotto a Euro2020. La sorte ha voluto che per il forfait della coppia titolare Rimedio-Di Gennaro, causa Covid, la Serra commentasse anche la finale e oggi alla Gazzetta arriva il bilancio di un'esperienza importante

non siamo abituati a farci spiegare il calcio da una donna. Raccontare e spiegare sono due cose diverse: i giornalisti raccontano, gli esperti lo spiegano. Ci sono molte brave giornaliste che lo narrano ma una donna che lo spiega è più rara. Fa parlare per questo motivo e sono fiera di essere la prima, sarebbe bello che fossimo sempre di più per non farla passare più come una notizia, ma come la normalità. Spiegare il calcio non è una questione di genere ma di competenza. Dal Mondiale femminile del 2019 in Francia abbiamo cominciato a capire che le calciatrici troveranno più facilmente spazio nel mondo del pallone, ma anche in altre professioni. Mi sento una pioniera ma non solo per questa finale. Lo sono stata anche per altre cose meno importanti della finale: le partite della Tim Cup, quelle delle Nazionali giovanili maschili in Rai, le gare della Lega pro e su Sky della Serie A. Mi auguro che così si possa aprire un nuovo corso. Per occupare spazi dobbiamo diventare pioniere altrimenti non si creano da soli".

La Serra non cambierebbe niente della telecronaca della finale di domenica

"No, io credo che una volta finita non devi cambiare niente, poi riascoltandoti un difetto lo trovi e magari ti migliori la volta successiva. Io da domenica non ho ancora avuto tempo di farlo. Cosa dicevamo con Stefano Bizzotto? Poche parole, molti sguardi. A volte di speranza a volte di preoccupazione, soprattutto nel primo tempo. Nel secondo eravamo carichi. C'è un feeling lavorativo spontaneo con Stefano. Le parole a microfoni spenti hanno a che fare con le questioni logistiche e organizzative".

Sul rigore sbagliato da Jorginho dice

"Mi sembra di non averlo commentato perché a volte i silenzi valgono più delle parole. Ho ritenuto giusto che ognuno restasse con le proprie emozioni di fronte a una situazione in cui tutti eravamo un po' delusi. Non mi è piaciuto però l'atteggiamento degli sconfitti. In onda ho ricordato anche che io ho perso uno scudetto ad uno spareggio, però la medaglia è un riconoscimento perché a quella finale ci sei arrivato. È poco rispettoso nei confronti degli avversari e degli organizzatori. Condanno questo gesto, così come i cori di offesa, mentre c'era il nostro inno. L'ha detto Stefano al mio posto, io ho taciuto perché acconsentivo. Non mi sono piaciuti neanche i tuffi di Sterling, ne ha fatti più del solito. Un giocatore forte come lui rovina anche la sua immagine da atleta. Doveva evitare, troppo plateale".


Tags: finale Jorginho telecronista

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