Juve, la rivelazione su Pogba: Voleva smettere di giocare

La fine del tunnel per lui è vicina: i primi allenamenti col pallone, i compagni nelle sedute parzialmente in gruppo e la data del rientro con la Juventus che si avvicina ma per Paul Pogba gli ultimi tempi sono stati davvero un  incubo. E non solo per l'infortuio riportato in estate in Usa o per le polemiche sull'operazione che non voleva fare. Non solo per i Mondiali che rischiavano di sfuggirgli di mano. La vicenda che lo ha inquietato fino a poco fa era quella sui ricatti e i sequesti come rivela Boubacar Camara, un amico d'infanzia del centrocampista francese della Juventus, interrogato dagli investigatori lo scorso 15 settembre a Nanterre (Hauts-de-Seine) in merito al sequestro di persona subito da Pogba nella notte tra il 19 e il 20 marzo in un appartamento a Montevrain (Seine-et-Marne), come si legge su Le Journal du Dimanche

"Voleva sparire. Nella sua prima stagione in Italia ho vissuto insieme a lui per quasi tutta la stagione, poi andai via perché era nato mio figlio. Poi mi sono preso cura di sua madre, Yeo Moriba. Il giorno dopo il rapimento, ho visto Paul Pogba seduto a letto assorto nei suoi pensieri in un hotel di Parigi. Piangeva e faceva fatica a parlare, mi ha raccontato di essere stato rapito da dei tizi incappucciati e armati, che gli hanno chiesto 13 milioni di euro. Allora mi ha confessato che voleva sparire, non voleva più giocare a calcio. Aveva paura per la sua famiglia. Ora non si fida più di nessuno, ma io sono innocente e sono una vittima come lui".