Jorginho italiano doc: Vi rivelo che provo quando sento l'inno

Dice di non sentirsi professore ("di cosa, poi?") ma comunque il soprannome lo diverte. Assicura di preferire vincere l'Europeo tutti insieme che il Pallone d'oro solo lui ("Gioire insieme ai compagni, agli amici, è più bello che gioire da solo") e quando parla dei compagni dice sempre "i ragazzi", come fossero i suoi allievi. Jorginho parla a due giorni dalla gara col Belgio e sottolinea l'importanza del sacrificio

 il cammino è quello giusto, serve stringere i denti, lo stiamo facendo. Ogni volta che vinci devi essere felice, lavori per quello. Al giorno d'oggi non ci sono più sorprese, non ci sono partite facili, non ci sono squadre contro cui dici 'è facile'. Con l'organizzazione tattica di oggi, con la fisicità di questo calcio, non ci sono le gare scontate di una volta. Noi una sorpresa? Speriamo. Continuiamo a crederci. Dobbiamo farlo, dobbiamo continuare e vediamo dove possiamo arrivare. Spero che la fame di vincere di questo gruppo ci aiuti

Suo compagno nel City è quel De Bruyne che se recupera fa paura

Mancini non mi ha chiesto consigli a riguardo, è lui l'allenatore. Da un lato non so se sia bello o no vederlo più volte... Fa la differenza, ha un'intelligenza calcistica di altissimo livello, sopra il normale. Cercare di fermarlo è dura, trova sempre spazi. Un modo è quello di limitarlo negli spazi tra le linee, dobbiamo limitare i suoi cross tra portiere e difensore. Quando mette quei palloni forti tra difensore e portiere è pericoloso. Non gli va dato tempo di girarsi, lì è davvero pericoloso

E' nato in Brasile ma si sente del tutto italiano Jorginho che dell'inno di Mameli dice

"In quel momento mi vengono tanti pensieri, tanti ricordi, del percorso che ho fatto. Ogni volta che lo canto, mi viene naturale farlo. Mi vengono queste immagini del mio percorso, lo sento tanto: rappresentare l'Italia è qualcosa di grande e lo sento dentro".