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Intervista a Matteo Rossini, preparatore portieri della Giana Erminio

09/04/2020 07:40

Intervista a Matteo Rossini, preparatore portieri della Giana Erminio |  Sport e Vai

Matteo Rossini:  “Perché portiere? La soddisfazione di non far segnare i ragazzi più grandi era immensa e come conseguenza il ruolo del portiere è diventato mio“

 

Abbiamo incontrato Matteo Rossini, allenatore dei portieri delle giovanili del Giana Erminio, società militante in Serie C.

Matteo è un ex portiere che all’età di trent’anni ha deciso di appendere le scarpette al chiodo e di accedere alla carriera di preparatore dei portieri.

Lo aveva nel sangue questo ruolo a tal punto che, a differenza degli altri ragazzini, voleva sempre stare in porta.


Quando hai conosciuto il calcio?

Il calcio è una passione nata fin da piccolissimo, ricordo ancora perfettamente l’emozione della prima partita giocata con la squadra del mio paese. Ho un fratello più grande di cinque anni e per poter giocare con lui ed i suoi amici ero costretto ad andare in porta ed io non aspettavo altro! La soddisfazione di non far segnare i ragazzi più grandi era immensa e come conseguenza il ruolo del portiere è diventato mio, in quanto la sfida si addice proprio al mio carattere…
Ho quindi proseguito per tutta l’adolescenza e l’età adulta giocando in diverse squadre di livello medio. Durante la carriera da giocatore ero affascinato dalle metodologie di allenamento specifico del mio ruolo e piano piano ho capito che avrei voluto, una volta abbandonate le scarpette da giocatore, iniziare il mio percorso da allenatore.

 

Sei il preparatore dei portieri e lavori per la Giana Erminio. Raccontaci la tua avventura in questa società.

Questa meravigliosa avventura è nata come conseguenza di altre esperienze precedenti che mi hanno portato a realizzare un sogno che che avevo nel cassetto. Lavorare in questa società professionistica significa far parte di una famiglia perché qui tutto è vissuto in maniera naturale e con semplicità.
Alleno i portieri Under 15 -16 -17 Nazionali e da due anni stiamo portando avanti un progetto basato sul formare i nostri portieri cercando di elevare gli standard che oggi i portieri devono avere, visti i continui e veloci cambiamenti che questo ruolo sta vivendo. In collaborazione con la società ed i vari staff del settore giovanile cerco infatti di far apprendere ai ragazzi che il lavoro, il sacrificio e la costanza sono fondamentali per il proseguimento della loro carriera.
 

Raccontaci il tuo esordio in questo particolare incarico.

Ho dismesso i panni da giocatore a circa 30 anni e ho avuto la fortuna di iniziare, grazie a un mio ex presidente di calcio, ad allenare i portieri in Promozione. Ricordo che il primo allenamento è stato particolare ed emozionante perché fino a due mesi prima ero io dall’altra parte.
Ogni nuova esperienza comporta un primo giorno con i nuovi portieri, i nuovi staff e la vivo sempre con forte emozione ed anche un pò di preoccupazione, che io definisco positiva, e ciò soprattutto quando sono arrivato in Giana in cui ho avuto la consapevolezza che era arrivato il momento di mettere sul campo tutto il mio percorso composto di allenamenti sul campo e studio in aula.

 

Hai giocato anche in quali squadre e di quali hai il ricordo migliore?

Ho iniziato nella squadra del mio paese “La Locomotiva” per poi passare all’età di 15 anni alla “A.S Sangiulianese”, dopo diversi anni in quest’ultima società ho avuto esperienze con il “Borgolombardo", il “Pantigliate”, il “Dresano” per poi concludere la mia avventura da giocatore al “Tavazzano”.
Come dicevo prima ho avuto la fortuna di giocare in diverse squadre ma, nella speranza di non offendere nessuno, il mio cuore sportivo è per la società “A.S. Sangiulianese 1936”(squadra della città di San Giuliano Milanese in provincia di Milano) perché è stata la prima società che ha creduto in me sia come giocatore che dopo come allenatore dei portieri.
 

Quali sono i Tuoi obiettivi per il futuro?

Sono dell’idea che bisogna sempre guardare oltre ed è per questo che non chiudo mai la porta a nessuna novità che questo mondo, il “mio” mondo, mi propone.
Mi piace migliorarmi sempre, superare i miei limiti e sono anche convinto che per potercela fare bisogna creare prima delle basi solide composte da esperienza, conoscenza e professionalità.
Sto seguendo un corso con la Federazione che mi sta formando per un futuro ruolo come collaboratore al suo interno e spero di poter partecipare presto al corso riferito alla mia figura che si tiene periodicamente al centro sportivo di Coverciano.

 

Coronavirus. Come pensi verrà risolto il problema campionato scudetto e retrocessioni?

La mia speranza è che i campionati si possano concludere regolarmente ma solo se sarà tutelata e garantita la salute di tutti.
Qualora non si possa procedere credo che bisognerà pensare a campionati con più squadre quindi facendo una fotografia delle attuali classifiche senza retrocessioni ma con promozioni ad eccezione del campionato di Serie A in cui invece non assegnerei lo scudetto.

 

Sei favorevole ai play off e play out?

In generale sono favorevole perché credo che aumentino la competizione e la regolarità dei campionati, resto altrettanto convinto però che in questo periodo storico si debbano disputare solo se la situazione sanitaria sarà risolta e non espongano i giocatori, gli staff e tutte le persone che lavorano in questo ambito a nessun rischio della salute.

Adamo Recchia


Tags: serie c coverciano giana coronavirus Matteo RossinI

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