Inter, Mancini: Anche del City dicevano che era noioso, poi…
22/09/2015 16:23
"Vado indietro di un po' di anni, anche al City dicevano che era una squadra noiosa, spero si ripetano le stesse situazioni finali. Lo sento dal ‘92 quando una squadra è in testa che gioca male. A noi va bene così". Roberto Mancini si fa scivolare addosso le critiche: la sua Inter diverte poco ma è in testa da sola a punteggio pieno e non ha alcuna voglia di fermarsi: “Le gufate fanno parte del calcio, il resto è ancora da fare, non cambia niente questo avvio di campionato, la squadra deve crescere e lavorare. Sicuramente lavoriamo con piu' tranquillità, basta". Domani al Meazza c’è un Verona incerottato, senza Toni e Marquez: "Non esistono partite scontate, siamo andati a Carpi ed è stata dura, col Chievo uguale, l'unica partita in cui sembrava tutto normale era il derby perché lì si dà per scontato che si dia il 100%. Ma bisogna dare il massimo in ogni partita, il Verona ha dimostrato di essere solida e non ci lasceranno molti spazi". Dopo aver tolto l’etichetta di “cattivo” dalle spalle di Felipe Melo ("E' stato il piu' corretto della partita, ha fatto un fallo e in una partita ci può stare. E' un calciatore come altri, nel calcio si prendono e si danno, ha l'esperienza per capirlo. In questa settimana si è un po' esagerato e i falli li vedo anche io, di calcio me ne intendo e si sono dette cose inesatte") l’allenatore nerazzurro si sofferma sull’avvio boom: "Speravo di partire bene. Ma noi siamo l'Inter, dobbiamo cercare di fare sempre il massimo. E' importante partire bene per avere grandi motivazioni e capire quello che possiamo fare fino alla fine, per avere consapevolezza nei propri mezzi. Per arrivare fino in fondo bisogna lavorare molto di più. Abbiamo preso giocatori dove eravamo carenti e dove dovevamo migliorare. Abbiamo preso giovani ed esperti. Abbiamo poi lavorato bene. Nessuno alla quarta giornata è perfetto e anche noi abbiamo delle lacune e dobbiamo lavorare su questo. Le vittorie ci danno consapevolezza e ci consentono di lavorare con serenità"
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