16/12/2022 15:03
Chi pensava che col discorso premondiale Infantino avesse superato tutti i limiti, dovrà ricredersi. Il presidente della Fifa nel suo bilancio del mese in Qatar, alla vigilia delle due finali per il terzo e per il primo posto, ha praticamente posto il calcio al di sopra di tutto, anche degli stessi diritti umani. Così il boss del calcio mondiale in conferenza stampa, come riportato da Repubblica:
"Il migliore Mondiale di sempre. Dobbiamo aspettare l'ultimo atto, ma già si può parlare davvero di un grande successo: credo che bisognerà ricordarsi di tutto questo e tenerlo in mente. Sono venute qui in Qatar persone da tutto il mondo, l'atmosfera è stata fantastica. Il mondo intero ha scoperto il mondo arabo e ha capito che i pregiudizi che c'erano non avevano ragione di essere: è probabilmente l'eredità più importanti di questo Mondiale, l'apertura reciproca di due mondi che non si conoscevano. I qatarini hanno aperto le loro porte a tutti e chi è stato qui tornerà al suo Paese e lo potrà raccontare, è una mutua comprensione tra popoli. Siamo convinti della forza e del potere del calcio: più incassi avremo e più potremo destinarli allo sviluppo del calcio in quei Paesi che dipendono da noi".
Sui morti nei cantieri:
"Io credo che ogni vittima sul lavoro sia una vittima per tuttI: è una tragedia non solo per i familiari, ma per tutti noi. Credo anche che per tutte queste ragioni e per il rispetto della verità sia necessario essere molto precisi, quando si tratta questo argomento. La differenza nelle cifre comunicate, 3 vittime contro 400, è troppo stridente. Tre sono le persone cadute nella costruzione degli stadi, 400 negli altri cantieri. I diritti dei lavoratori ci stanno molto a cuore. Stiamo per concretizzare un accordo specifico con l'Organizzazione mondiale del lavoro, il Mondiale ha captato l'attenzione sulla questione".
E infine, dopo il no a un messaggio di pace di Zelensky da leggere prima della finale, la sottolineatura che è il calcio è più importante di tutto il resto:
"I dibattiti sono bene accetti all'interno della Fifa, dove ci sono diverse culture e diversi modi di vedere le cose, perché la Fifa rappresenta 211 Paesi e ne è orgogliosa. Noi siamo un'organizzazione globale e dobbiamo unirci, non dividerci. Quando parliamo di regolamento, non si tratta di proibire qualcosa, ma di rispettare appunto il regolamento. Che dice una cosa chiara: sul terreno di gioco si gioca a calcio e lì dentro bisogna rispettare le regole del calcio. Ci sono tifosi che vanno allo stadio e un miliardo di persone che guardano il Mondiale sugli schermi: dobbiamo pensare a loro. Ognuno di noi ha i suoi problemi, ma deve potersi godere lo spettacolo senza pensare ad altro: durante quei 90 minuti le persone possono lasciare da parte i loro problemi e pensare solo alla partita . Poi, fuori dal campo, ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni".