Il calvario di Puzone: Maradona mi ha rovinato la vita

La sua storia, fatta di montagne russe, gloria e paura, è diventata un documentario in 4 episodi dal titolo "Senza Diego”: è il racconto dell’ascesa di Pietro Puzone: da ragazzino cresciuto ad Acerra, tra povertà e malavita, a giocatore del Napoli, compagno di Diego Armando Maradona nel Napoli del primo scudetto. Il documentario è in onda su Extra, la nuova sezione digitale del Fatto per
gli abbonati. E proprio al Fatto Puzone ricorda la sua avventura.

Maradona arrivò nel luglio 1984. Puzone era tornato al Napoli dopo due esperienze nelle serie minori, Cavese e Akragas.  «La mia testa toglila di mezzo, ma dal collo ai piedi io ero il secondo Maradona a Napoli. Potevo fare molto di più. Ricordo che Diego doveva andare a Roma per una visita medica. Andammo al Gilda, il locale dei vip, e prendemmo un privé. Fu la prima volta che tirai cocaina. Rientrammo il giorno dopo in albergo». Ricorda la notte in cui Diego bevve 40 succhi di frutta e 40 Cointreau e saltò l’allenamento della mattina per indigestione gastrica. Ottavio Bianchi chiamò Puzone e gli chiese di aiutarlo con Maradona
   

Fino al 2020 Puzone è stato un clochard, su una panchina di Acerra. Iniziava a bere Tavernello alle sei di mattina e il resto della giornata lo riempiva con il crack da 15 euro alla bottiglietta
    La solitudine è la morte totale, sono tanti i motivi per cui ho bevuto questo vino di merda. Mia figlia il giorno del matrimonio è andata all’altare con lo zio, non la vedo da 18 anni....Maradona è stato bello e caro, ma mi ha rovinato la vita. Maradona è Maradona, io sono Puzone, non sono lui che è in grado di coprire tutti gli sbagli che ha fatto».

Puzone ha rischiato di morire due volte, racconta d’Esposito. L’ultima un anno fa. Oggi è di nuovo pulito, di nuovo in piedi.