Gli acquisti, Fonseca, il divorzio: Petrachi vuota il sacco sulla Roma

Gianluca Petrachi torna sui motivi che lo hanno portato al clamoroso divorzio dalla Roma. Intervistato da Dazn, l'ex ds giallorosso vuota il sacco e rivela particolari inediti sulla rottura con la società

Petrachi, le parole a Dazn

Ecco alcuni stralci della lunga intervista di Petrachi:

"Mi sento un leone in gabbia, mi è stata tolta la la possibilità di poter fare qualcosa di importante. Ero nella condizione di creare qualcosa di importante, oggi si stanno vedendo i frutti del lavoro fatto lo scorso anno. Da parte mia c'è delusione e amarezza. Venendo alla Roma sapevo cosa mi aspettava, però avevo la voglia e la forza di affrontare questa sfida. Appena arrivato è nata subito una certa empatia con la gente, con l'ambiente e coi tifosi. Se riesci a far bene in una piazza impegnativa come quella di Roma è evidente che la sensazione è più grande. L'obiettivo di Pallotta era ringiovanire la squadra, prendendo profili prospettici su cui poi programmare, abbassando i costi e creando un blocco di 3-4 giocatori di esperienza che non costassero troppo. Cioè quello che ho fatto, tra giugno e gennaio".

Petrachi e gli acquisti

Quindi sui calciatori portati a Roma:

"Ho preso Villar e Ibanez pensando al futuro, qualora non fossimo riusciti a tenere Smalling o per avere qualcuno da far crescere dietro ai Pellegrini, ai Veretout, ai Cristante.Uno l'ho pagato 4 milioni, un altro 9+1 milioni. I giocatori esperti? Mkhitaryan è stato preso a zero, lo stesso Smalling in prestito sono occasioni che un direttore. Anche l'operazione Pedro è stata fatta dal sottoscritto, anche se non ho firmato materialmente i fogli perché ero stato già mandato via".

Petrachi e Fonseca

Altro punto interessante, il rapporto con l'allenatore:

"C'era un chiacchiericcio per cui io e Fonseca non fossimo in buoni rapporti, ma non è così. Ci sentiamo ancora oggi, siamo in un ottimo rapporto. Credo il mister abbia apprezzato il mio modo di essere, da parte mia ho cercato di aiutarlo a capire velocemente le problematiche del calcio italiano. La difesa a tre, ad esempio. All'inizio mi diceva che all'inizio non bisogna creare equivoci tattici nei giocatori. Fonseca sa insegnare la difesa a tre e a quattro, certo che ne abbiamo parlato già da gennaio-febbraio ma alla fine a decidere è stato lui, io non sono mai più entrato nel discorso".