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Gattuso vuota il sacco su Napoli, Adl, Commisso e Spurs

05/07/2021 08:19

Gattuso vuota il sacco su Napoli, Adl, Commisso e Spurs |  Sport e Vai

E' stato zitto ad ascoltare tutti: Commisso, i tifosi del Tottenham, De Laurentiis. Ma ora parla lui. Rino Gattuso rompe il silenzio con un'intervista a Repubblica e parte dalla rottura con la Fiorentina

Sul tema non posso parlare, ma posso ricordare la mia storia: alleno da 8 anni e non ho mai fatto acquistare un assistito di Mendes, né lui me lo ha mai imposto. Neanche una volta. André Silva al Milan e Ghoulam al Napoli c’erano già. Mendes è un amico: ha grandissima esperienza e mi dà consigli per la mia carriera. Io rispetto sempre i ruoli: il mercato non spetta a me, ma ai dirigenti. Io sono un allenatore ambizioso e voglio giocatori forti e funzionali alla squadra. Indipendentemente da chi sia il loro agente

Gli viene chiesto come mai De Laurentiis, che gli aveva proposto il rinnovo col Napoli, adesso nega di averlo fatto. Risponde:

    «Non lo so. Io sono orgoglioso di avere allenato una grande squadra in una grande città. In una stagione con problemi e infortuni mai visti, abbiamo perso la qualificazione Champions per un solo punto, con partite spesso spettacolari. Preparare le partite richiede continua evoluzione. Dopo i primi 6 mesi, al Napoli, i 4 difensori sono diventati 3 più 1 che andava a rompere il gioco degli avversari, i terzini potevano stringere, il regista poteva avanzare vicino alla punta. Si ruota in funzione del palleggio e dell’occupazione delle 5 posizioni d’attacco: ne abbiamo tratto grande vantaggio. Col mio staff stiamo tanto in sala video, anche 5-6 ore al giorno: ci vuole tempo, ci sono tante cose interessanti in giro. Ho subito pensato che servisse qualcosa di più, per mettersi al passo del calcio europeo: prima ci si basava troppo sulla qualità dei giocatori. Un allenatore deve mettere da parte il proprio ego, l’integralismo non va bene. A me piace giocare sugli avversari quando hanno il pallone, con alcuni concetti del calcio italiano tradizionale, mentre ho rivisto la fase di possesso. Ma uno non deve essere malato di palleggio: tante squadre, per essere aggressive, accettano il 4 contro 4 in difesa e allora bisogna arrivare subito lì, anche col lancio del portiere, che per questo deve sapere essere anche un playmaker».

Sulle accuse di razzismo, sessismo e omofobia da parte dei tifosi del Tottenham si difende così:

    «Faccio fatica a credere che sia stato questo il motivo, al limite può essere rimasta nella loro mente l’immagine della mia lite del 2011 con Jordan, allora viceallenatore del Tottenham. Di sicuro io non sono né razzista, né sessista, né omofobo: sono state travisate vecchie dichiarazioni mie. Perché non chiedete ai miei ex compagni e ai giocatori che ho allenato del mio rapporto con loro? Io mi sono preso del terrone in tutti gli stadi: come razzista non sarei molto credibile. Quanto al resto, non perdo tempo con le sciocchezze. Piuttosto, la mia vicenda insegna una cosa. Che l’odio da tastiera è pericolosissimo e molto sottovalutato. Io sono un personaggio pubblico e ho la forza per reagire alle calunnie, ma non tutti riescono a sopportarle. C’è chi per debolezza magari si butta dalla finestra. È un problema serissimo: che cosa si aspetta a intervenire? Soprattutto ai più giovani dico: usate meno la tastiera. Vivete la vostra vita, non quella degli altri».


Tags: de laurentiis gattuso mendes

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