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Fassone si difende e spiega chi aveva deciso di spiare i cronisti

24/12/2018 09:48

Fassone si difende e spiega chi aveva deciso di spiare i cronisti |  Sport e Vai

« La mia è stata una decisione che tutti in cda hanno condiviso». Questo il senso della difesa di Marco Fassone, ex amministratore delegato del Milan, come si legge su La Repubblica: la caccia alla talpa che dava informazioni ai giornalisti era stata concordata.  Almeno è quello che sostiene attraverso il suo legale: insomma il manager estende a tutto il board del club, quello nominato ai tempi della proprietà cinese, la responsabilità della decisione di far pedinare quattro giornalisti delle più importanti testate nazionali e di mettere sotto controllo cellulari e tablet di alcuni dipendenti. «L' attività investigativa era nota a tutto il cda - ripete a nome di Fassone il suo avvocato, Francesco Rotondi - e quella decisione fu concordata e avallata dal consiglio per rispondere a una fuga di notizie. Una decisione collettiva, presa di comune accordo».

L'incarico di spionaggio, secondo i nuovoi vertici, rientra tra i motivi del licenziamento del manager. Il contenzioso è in corso al Tribunale del lavoro. Il club contesta al manager di «aver dato mandato per un dossieraggio verso i giornalisti in assenza dei relativi obblighi normativi e senza finalità di difesa del patrimonio aziendale, facendo compiere al Milan un' attività fuori dalle sue legittime prerogative».

Per il legale di Fassone, invece, si trattò di « un' attività di indagine difensiva, lecita, normata dalla legge - dice Rotondi - Il mio assistito ha sempre riportato al cda, tanto che il nome della stessa società di investigazione venne suggerito da qualcun altro » . Fassone dunque chiama in causa gli altri membri del cda di allora, tra i quali spicca il nome dell' attuale presidente del club, Paolo Scaroni. Come dire, anche loro chiesero di far pedinare per undici giorni, dal 19 febbraio al 2 marzo 2018, quattro cronisti (due di Repubblica, Enrico Currò e Luca Pagni, Carlo Festa de Il Sole 24 ore e Tobia De Stefano di Libero).

  Due auto, quattro investigatori sul campo, "monitoraggio dinamico" e una bonifica ambientale della sede del club per cercare cimici.


Tags: milan fassone scaroni

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