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Ex Milan Pato: Ora vi dico tutta la verità mai detta su di me

31/05/2022 16:39

Ex Milan Pato: Ora vi dico tutta la verità mai detta su di me |  Sport e Vai

A 16 anni era già un fenomeno, un predestinato. A 18 un campione. E poi? Bluff o cosa la carriera di Pato? L'ex attaccante del Milan si confessa con una lunghissima lettera a The Player Tribune. Questi i passaggi principali

  se volete sapere cosa è successo davvero allora state a sentire. La prima cosa che dovete capire è che ho lasciato casa molto presto. Forse troppo presto. Fino ai 10 anni non avevo nemmeno mai giocato in un campo regolamentare, perché il calcio a 5 era più divertente.  Un giorno giocai in questo torneo scolastico e uno scout dell’Internacional chiese a mio padre: “Signore ha mai pensato di far provare il calcio a 11 a suo figlio?”. Poi mi ruppi il braccio e mi ingessarono in fretta. Il dottore mi fece una radiografia e trovò un grande tumore. Disse: “Deve essere operato subito o lo dovremo amputare”. Rimasi scioccato. Ero a 24 ore dal perdere il mio braccio sinistro. Ma pensate che i miei genitori potessero permettersi l’operazione? Pfffffffft. Forse il dottore pensò che ero bravo. Forse ascoltò la voce di Dio. “Non ti preoccupare, tuo figlio lo opererò gratis”".

 "Sarei potuto andare al Barcellona, all’Ajax, al Real Madrid. Perché il Milan? Beh, lasciate che vi faccia una domanda. Avete mai giocato con quel Milan alla PlayStation? Erano incredibili!!! Kaká, Seedorf, Pirlo, Maldini, Nesta, Gattuso, Shevchenko… Sheva era inarrestabile! Il Fenomeno, il VERO Ronaldo. Avrei potuto giocare con lui. Che formazione. Avevano appena vinto la Champions League. Il Milan in quei tempi era la squadra. Pensavo, Quando è il prossimo volo? Ancelotti dopo le visite mi portò nella sala da pranzo. “Questo è Pato, il nostro nuovo attaccante”. Si alzarono tutti in piedi per stringermi la mano. Uno ad uno. Ronaldo, Kakà, Seedorf. WOW. Quello fu il mio primo giorno al Milan. Il videogioco era diventato realtà".

"In quei giorni pensavo che sarei arrivato davvero al top. Le aspettative erano altissime. La cosa certa era che io fossi il super talento. Giocavo già per il Brasile.  Ho iniziato a sognare troppo. Nel 2010 ho iniziato a essere infortunato tutto il tempo. Non avevo più fiducia nel mio corpo. Aveva paura di quello che la gente potesse dire di me. Andavo ad allenarmi pensando, Non posso infortunarmi. Se mi infortunavo non lo dicevo a nessuno.Mi sentivo così solo. Quindi quando ero in difficoltà al Milan, non avevo idea di cosa fare. Oggi ogni giocatore ha un team che lo segue no?! Dottore, fisioterapista, preparatore. All’epoca solo Ronaldo ce lo aveva".

"Quando la stampa scriveva bugie sul mio conto, non avevo un PR. Avrei dovuto chiarire delle cose, ma non ho mai capito l’importanza di comunicare bene e costruire relazioni...Avrei dovuto dire a tutti la verità. Ricordate la storia del PSG? Galliani era in Inghilterra per prendere Tevez e il PSG mi fece un’offerta incredibile. Io volevo andare — lì c’era Ancelotti — ma Silvio mi disse di rimanere. Ero infortunato, quindi i tifosi pensarono: “Ooooh Pato non è voluto andare via! Con Tevez avremmo vinto!” Anche la stampa era impazzita. Io pensavo, Cosa? Io volevo andare! Ho saltato la Coppa del Mondo del 2010. La storia sul PSG venne fuori a gennaio 2012. Non stavo praticamente giocando. Mentalmente ero distrutto. Ero il grande flop, il ragazzo con un sacco di soldi, quello che anche i tifosi volevano dare via"

"Sapete quanto ho lottato per provare a tornare? Ho girato il mondo. Ho visto ogni medico che valeva la pena vedere - e anche qualcuno in più.. Un dottore in Germania mi ha iniettato del liquido in tutta la schiena - il giorno dopo camminavo per l’aeroporto di Monaco ingobbito dal dolore. Un medico mi ha infilato 20 aghi ogni mattina e ogni sera. Potrei continuare all’infinito. Stavo vedendo il dottore numero 6,7,8, … ognuno di loro diceva una cosa differente. Pensavo, Cavolo, che cosa ho? Ho pianto, pianto e pianto ancora. Avevo paura che non avrei potuto più giocare a calcio.

 "La mia carriera sarebbe potuta andare diversamente? Sicuro. Ma è facile guardare indietro e dire cosa avrei dovuto fare. Quando sei lì certe cose non riesci a vederle. Quindi nessun rimpianto. Sono in pace con me stesso. Ho una moglie che amo. Per come la vedo io, ho tanti Palloni d’Oro. Se la vita è un gioco, ho vinto.

 

 


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