24/10/2021 09:36
Ha giocato per entrambe le squadre ma se l'avventura alla Juventus è durata pochissimo e non ha lasciato tracce, per l'Inter Lucio è stato un baluardo per anni e alla Gazzetta parla della sfida di stasera al Meazza
L'Inter è in rifondazione, come normale che sia: quando vendi giocatori tanto importanti, cambi allenatore e filosofia, serve un po’ di tempo, ma già questo inizio ha detto che l’Inter c’è. Stiamo scoprendo Simone Inzaghi: da fuori si vede soprattutto il rapporto che ha con i suoi ragazzi e la voglia di puntare sul bel gioco. Ma anche chi sta sostituendo i campioni ceduti sta dimostrando di non temere la responsabilità. Soprattutto Dzeko. Lukaku è più fisico e decisivo in area ma, per ragioni diverse, sono entrambi difficili da marcare. E pure Lautaro lo è: oltre a segnare tanto, pensa al bene della squadra. Gli ha fatto bene passare tempo con Milito
La forza dei nerazzurri è anche dietro
«La difesa dell’Inter mi piace tanto così come è: ha grande forza e capacità di costruire anche se dipende sempre dall’atteggiamento della squadra. E mi piace quando paragonano De Vrij a me: lui è quasi il regista della difesa».
Poi il ricordo del periodo in bianconero
Sono andato alla Juve perché in quel momento l’Inter stava ricostruendo, altrimenti non avrei mai lasciato Milano: fui quasi obbligato dalle circostanze. non avevo persone attorno che potevano consigliarmi e non c’erano altre opzioni. A Torino, però, ho trovato il trio di difensori della nazionale italiana e non c’era spazio: non è stato un momento felice, non restano buoni ricordi, e anche per questo l’Inter resta il ”mio” club italiano
A Torino, però, ora c’è una nutrita colonia brasiliana.
«Danilo, Arthur, Alex Sandro e ora pure Kaio Jorge. Loro li seguo in maniera particolare anche in chiave Seleçao: ogni volta che fanno bene è un orgoglio. In un campionato come quello italiano diventi sempre migliore».