27/10/2021 09:18
Ha smesso di arbitrare quando il Var ancora non c'era ma dopo averlo studiato a lungo ed averlo giudicato nei panni di moviolista per le tv, l'ex arbitro Tiziano Pieri si è fatta un'idea precisa e a Il Mattino dice la sua dopo le recenti polemiche
Il rapporto tra arbitro e Var può essere pesantemente condizionato dalla poca personalità di chi è alla macchina, soprattutto se chi è in campo ha uno spessore importante. È un meccanismo da oliare per dare certezze a chi sta in campo, sugli spalti e nel rapporto con i mass media. Il decisionismo eccessivo può diventare un boomerang. Inoltre, il VAR può aprire una strada per la trasparenza: quella di far ascoltare le comunicazioni che ci sono tra chi è alla macchina e chi sta in campo. Il protocollo, ormai, ha fatto il suo tempo: va cambiato. Si tratta di un protocollo stilato quando ancora il VAR era off line. Questo protocollo fa acqua: il chiaro ed evidente errore sta assumendo una valenza troppo soggettiva. L'idea era quella di evitare di evitare gli errori grossolani, ma ora è diverso: l'uso non può esser così limitato"