Euro 2016, Barzagli: Siamo brutti e sporchi ma diamo tutto

“Per fermare la bestia nera bisognerebbe ammazzarla, ci proveremo, stiamo studiando la Spagna ma in campo sono i duelli quelli che contano”. Andrea Barzagli sembra sereno a due giorni dalla sfida con la Spagna, bestia nera degli azzurri che negli ultimi Europei ha perso sempre per mano degl iberici. Il difensore della Juventus e della Nazionale non pensa al futuro lontano (“non ho deciso se dovessi lasciare la nazionale ma non sarebbe un problema, ho sempre pensato solo a fare un grande Europeo”) e regala un titolo: “Magari siamo brutti e sporchi, non lo so, ma questa Italia dà tutto. Nessuno parte mai spacciato. Siamo partiti nello scetticismo, che ci può stare. Non eravamo favoriti e non lo siamo, ma penso che questa Nazionale si sia conquistata anche molti tifosi per quello che dà in campo. Abbiamo messo grande cuore e attaccamento alla maglia, ci fa piacere che la gente si possa essere riavvicinata o che abbiamo portato a indossare qualche maglietta in più. Sappiamo la passione che c'è in Italia per il calcio, ma quando vedi la tua squadra non dalle favorite magari ti viene meno voglia di seguirla. Questo ottavo terrà tanta gente attaccata al televisore, il supporto dei tifosi speriamo che sia alto e che si faccia sentire".

OCCHIO A MORATA - Tra i pericoli principali c'è il suo ex compagno di squadra Morata: “Il più forte della Spagna è Iniesta, da anni. Morata? In campo non ci sono amici, faccio fatica anche a salutarli prima della partita per una questione di concentrazione. Morata è uno dei tanti pericoli, la Spagna ha una qualità altissima e dobbiamo stare attenti a tutti. Conosciamo le sue qualità, ma bisogna stare attenti anche agli altri, hanno tanti giocatori che possono mandarlo in porta. Li stiamo studiando, li abbiamo già affrontati e ci stiamo preparando al meglio". Dal punto di vista personale Barzagli rivela di essere carico come non mai: “Sono cresciuto, maturato, migliorato. Anche quest'anno mi è venuta voglia di migliorarmi ancora di più, è una costante quando inizi a giocare con grandi giocatori e inizi a vincere. Ti viene voglia di migliorarti, io dopo il primo scudetto con la Juve ho passato un'estate a pensare alla stagione successiva per poter vincere. Ero arrivato a 32 anni a vedere che potevo vincere, avevo fatto una carriera media fino ai 30. Ritrovarmi a giocare per la Juve e per la Nazionale ti dà la carica, mi sono migliorato molto mentalmente, nella marcatura. A 35 anni mi ritengo uno che è alla pari con gli altri, con i 20enni. Mi alleno come loro e nei test ho risultati come i loro, non vedo perché non posso stare ai loro livelli. E l'esperienza mi ha dato qualcosa in più".