28/09/2021 11:30
Come se non fosse mai successo niente. Lo stringato comunicato dell'Uefa, inviato a tarda sera lunedì in ossequio a un'ordinanza di Manuel Ruiz de Lara, il giudice-ultrà del Real Madrid e amico di Florentino Perez che aveva ordinato a Ceferin di annullare le sanzioni e archiviare il procedimento disciplinare aperto contro i club fondatori della Superlega, ha chiuso di colpo un'estate di polemiche, veleni, minacce e sanzioni ventilate e poi accantonate. Ma adesso come si svilupperà la vicenda? Juve, Real, Barca e le altre squadre che eventualmente volessero riproporre il progetto della competizione "alternativa", esclusiva e a inviti possono dormire sonni tranquilli?
In realtà no. Se non avesse rispettato la decisione del giudice madrileno, il presidente dell'Uefa avrebbe potuto essere perseguito legalmente per disobbedienza. Ma la battaglia non è affatto finita. Anzi, a dire il vero non è neppure cominciata. Entro il 18 ottobre governi e federazioni calcistiche europee dovranno inviare alla Commissione Europea il loro parere sulla Superlega e sul monopolio concesso a Uefa e Fifa per l'organizzazione delle competizioni calcistiche. Poi spetterà alla UE prendere una decisione politica, ma ci vorranno tempi lunghi. Biblici. Forse un paio di anni. Se l'Europa dovesse dar ragione ai club ribelli, sarebbe la fine del calcio come è attualmente organizzato e strutturato. Se dovesse avere ragione Ceferin, sarebbe la fine di Juve, Real e Barcellona come superpotenze del calcio almeno per qualche tempo, vista la quasi certa esclusione dalle coppe per una o due stagioni.