Cuadrado: Del Napoli l'avversario più forte mai affrontato

Il presente e il futuro. Juan Cuadrado pensa al rinnovo con la Juve con la serenità di chi sa che alla fine, anche in extremis, un'intesa si troverà. Lui vuole restare, il club intende confermarlo. Di solito in questi casi il finale è scontato. Lo confessa lo stesso esterno colombiano durante il format 1vs1, su Dazn:

"Sono molto tranquillo, la società e il mio entourage ne stanno parlando. A me non cambia rinnovare adesso o fra un po'. Qui a Torino sto benissimo e la Juve è la mia famiglia. Vlahovic? Dusan è un giocatore importante, è molto forte e ci aiuta tanto a far salire la squadra. Ha dimostrato di essere più che adatto alla Juventus, ha enormi margini di miglioramento e può dare grandi soddisfazioni ai tifosi. Da parte mia ho sempre provato ad affinare la mia abilità nell'uno contro uno, sin da quando ero in Colombia. Lì avevo un mister che insisteva tanto su questo aspetto e ancora oggi cerco di perfezionarmi. So che è un qualcosa che può portare alla superiorità numerica, mi riesce bene, ma posso sempre migliorare".

Quindi sui tanti gol allo scadere:

"È sempre un'emozione bellissima aiutare la squadra in quei momenti o segnare il gol decisivo che ti fa vincere una partita, come è successo con la Fiorentina. Il mister mi ha chiamato e non vedevo l'ora: sentivo che potevo entrare e fare qualcosa. Mi capita ogni tanto di sentire che nel finale succederà qualcosa di positivo. Spero succeda ancora tante volte. La crescita di Aké? È qualcosa di molto bello, che mi rende orgoglioso. Marley è un giocatore che mi piace perché ama puntare sempre l'uomo, penso che possa diventare un grande campione".

Infine alcune curiosità sulla 'Cuadrado Dance', l'avversario più forte affrontato e l'allenatore più severo:

"La Cuadrado Dance viene dal sangue. Noi sudamericani siamo così, anche a casa mio figlio si diverte. In squadra non tutti sanno ballare. McKennie sì, Morata è davvero scarso. L'avversario più forte che abbia affrontato? Zuniga. È sempre stato tosto quando lo affrontavo al Napoli: era forte, veloce e mi conosceva bene ed era difficile da saltare. L'allenatore più severo? Penso Guidolin".