Cosa (non) dirà Ancelotti domani nella prima conferenza

Si è tenuto lontano da microfoni e taccuini per oltre un mese: solo sorrisi e qualche scatto rubato, ma Carlo Ancelotti dal giorno in cui è stato ufficializzato come nuovo tecnico del Napoli non ha detto mezza parola sul lavoro che lo aspetta. Qualche scatto sulla barca assieme a De Laurentiis, paroline che avrebbe detto di incoraggiamento alla squadra e le poche note apparse sul suo sito ufficiale (in cui si parlava anche di obiettivo scudetto) che pure sono state sufficienti ad infiammare la piazza. Domani però a Dimaro ci sarà l'Ancelotti-day, la prima conferenza ufficiale in cui bisognerà dire tutto o quasi tutto. Quel che non dirà Ancelotti sarà legato al mercato: sbagliato aspettarsi proclami, illusorio pensare a rivelazioni clamorose su assi chiamati al telefono o su possibili nuovi acquisti. Non parlerà, c'è da scommetterci, né di Benzema né di Di Maria né di Cavani, i tre sogni dei tifosi. Così come non parlerà di scudetto da vincere. Sceglierà il profilo basso, come suo costume. Alternerà le sue risposte a lunghi e meditati MAAAAH, sorriderà a tutti ma dirà poco. Confermerà la fiducia in chi c'è, farà i complimenti a chi l'ha preceduto per “il lavoro svolto”, qualche pacca sulla spalla a chi pensava di andar via ed è rimasto (Hamsik) e a chi è chiamato ad avere più responsabilità (Insigne). Ripeterà perchè ha rifiutato la nazionale per continuare ad allenare in un club, risponderà con garbo alle domande sulla Juve e su Ronaldo (che pure lui ha allenato al Real) e chiederà tempo. Per conoscere meglio la squadra, per aspettare nuovi arrivi, per ambientarsi. Tutto il resto, verrà dopo. La pazienza è una delle virtù di Ancelotti, dovrà essere anche quella dei napoletani.