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Cori antisemiti, razzismo, canzoni pro Vesuvio: la vergogna degli stadi italiani

05/09/2022 12:39

Cori antisemiti, razzismo, canzoni pro Vesuvio: la vergogna degli stadi italiani |  Sport e Vai

Non vedevano l'ora di tornare ad affollare gli stadi, le curve, i settori ospiti o la stessa tribuna d'onore dopo due anni di pandemia e di forzata rinuncia a partite o trasferte. Il rientro di alcuni "tifosi" (si fa per dire) negli stadi di serie A ha però riportato alle orecchie alcuni comportamenti odiosi. Verrebbe voglia di tornare alle atmosfere silenziose del 2020 o del 2021, o - più concretamente - di riservare gli stadi di serie A a famiglie e bambini per non sentire più cori odiosi, offese gratuite, canzoni imbarazzanti o gli immancabili "buuuu" razzisti diventati ormai corollario abituale di moltissime partite. Lo scorso fine settimana è stato da incubo in tal senso.

A cominciare da Fiorentina-Juventus. A due tifosi viola (un adulto e un bambino) che si sono presentati allo stadio con la maglia del Liverpool per "inneggiare" (ma come si fa?) alla tragedia dell'Heysel hanno risposto i tifosi della Juventus con un coro che sarebbe stato più appropriato in un campo di sterminio nazista: "I viola non sono italiani, ma una massa di ebrei, il viola è il colore che odio, il colore che odio di più, sterilizziamo le donne, così non ne nascono più”.

Polemiche anche a San Siro durante il derby tra Milan e Inter. Il club rossonero ha comunicato nella serata di ieri di aver segnalato alla Procura alcuni cori intonati nel prepartita dalla curva nerazzurra: "I campioni dell’Italia sono ebrei".

Finita? Non ancora. In molti stadi ormai, anche se il Napoli non c'è, diverse tifoserie si divertono a intonare un coro che addirittura è finito su Spotify, la piattaforma dedicata all'ascolto dei brani musicali. Il titolo (sconcertante)? "Vesuvio erutta". Indignati il senatore Sandro Ruotolo e lo scrittore Maurizio De Giovanni: "Non possiamo fare finta di niente".

E invece la Lega Serie A continuerà a far finta di niente. Lo fa da anni, da quando la discriminazione territoriale è stata derubricata a sanzione minore sanabile con una multina o facendo finta di indignarsi, attraverso i propri vertici istituzionali, a ogni "buuuu", striscione o coro razzista di cui si accorge qualche inviato di una testata di grido, o che assumono rilevanza internazionale. Funziona così, purtroppo. Ma questo modo di "tifare" e soprattutto di "ignorare il problema" hanno ancora senso?


Tags: razzismo vesuvio antisemitismo

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