Chelsea, Mourinho: Non mi sento libero di dire quel che penso

Non è più solo il rumore dei nemici la colonna sonora che agita le notti di Mourinho, né il tintinnio di manette – altro gesto celebre del suo repertorio, esibito ai tempi dell’Inter – ma la sensazione di essere guardato a vista. Si sente nel mirino di tutti il portoghese, non più Special One ma Special Observed, osservato speciale. E nella conferenza odierna il tecnico del Chelsea spiega perché: “Non posso parlare perché non potrei dire la verità, non mi sento libero. Ogni volta che dico qualcosa ci sono delle conseguenze, se volete una conferenza migliore parlate con la federazione”. Una polemica antica, quella coi vertici del calcio inglese, che lo ha convocato dopo i suoi commenti ironici sull’arbitraggio a seguito del ko con il Sunderland dello scorso weekend e che gli ha negato l’anticipo al sabato nel big-match con il Liverpool nonostante l’impegno di Champions con l’Atletico Madrid di martedì prossimo. E a chi gli fa notare che anche i suoi rivali spagnoli di Simeone giocheranno di domenica risponde così: “L'Atletico gioca domenica solo perché il Valencia è impegnato in Europa League, altrimenti avrebbe giocato stasera". Murinho, scuro in volto,  si sente perseguitato ma non intende mollare in Premier League. Non darà seguito il tecnico portoghese alla minaccia di mandare in campo i giovani per protesta: "Voglio vincere, come sempre. È ovvio, cosa credete!? Il Chelsea merita rispetto, è l'ultima vostra rappresentante in Champions, quella che ha vinto di più negli ultimi anni. Meritiamo più rispetto, devo difendere i nostri tifosi”. Non ci sarà Hazard, che non recupererà neanche per la Champions, così come mancherà Terry che però ha qualche chance di essere in campo contro l’Atletico Madrid.

Stefano Grandi