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Ceferin attacca Agnelli: Un falso amico, l'ho cancellato dalla mia vita

13/01/2023 19:31

Ceferin attacca Agnelli: Un falso amico, l'ho cancellato dalla mia vita |  Sport e Vai

È disponibile da oggi su Apple TV+ la docuseria Il Caso Superlega, che come facilmente suggerisce ricostruisce il tentativo da parte di una serie di top club europei, poi fallito, di costruire una propria franchigia. Una fuga in avanti che mandò su tutte le furie l'UEFA e minò i rapporti tra il presidente Aleksander Ceferin e l'allora capo dell'ECA, l'associazione dei club europei, Andrea Agnelli.

Come riporta Calcio&Finanza, Ceferin ha riservato parole amare per l'ex presidente della Juventus, partendo dagli inizi del loro rapporto inizialmente disteso:

Mi sembrava un brav’uomo, umile nonostante le sue origini e la status della sua famiglia. Siamo diventati amici. Ci siamo anche incontrati con le rispettive mogli e qualcuno iniziava a insinuare che eravamo troppo vicini visto le cariche che ricoprivamo, ma io ho sempre difeso la nostra amicizia. Ho parlato spesso con Agnelli delle riforme fra le tante cose ed era un argomento che affrontavamo praticamente ogni giorno. Discutevamo a lungo per trovare un equilibrio e una soluzione per tutti. Alla fine abbiamo trovato un accordo che faceva bene sia alla UEFA che ai club e trovarlo, quando c’è un’industria che genera 40-50 milioni annui, è semplicemente un miracolo. Quando mi ha chiesto di essere il padrino di sua figlia, ne ero fiero, significava che c’era un rapporto di affetto e fiducia.

Quando poi però apprese l'annuncio della creazione della Superlega, non ha potuto nascondere la propria arrabbiatura:

Ho subito chiamato Agnelli e gli ho detto che avevo sentito parlare di Superlega. Lui mi ha detto che non era vero, che erano solo dei rumors. A quel punto gli ho risposto di indire una conferenza stampa per smentire il tutto e ribadire che ECA e UEFA erano uniti verso la riforma del calcio. Lui mi disse che non c’era nessun problema e mi ha chiesto di preparare una bozza di comunicato da fargli avere.

Non riuscivo a chiamare Agnelli, ho chiamato la moglie e me lo sono fatto passare. Lui mi ha detto che il comunicato non era granché e che voleva cambiare dei passaggi. Mi ha detto cambio un paio di cose e ti richiamo. Dalla voce sembrava agitato ma volevo convincermi che era solo una mia paranoia ingiustificata. Non mi ha richiamato, ho provato a richiamarlo due ore dopo ma il telefono era staccato, ho capito che si stava nascondendo. Non mi aveva detto la verità, ho capito che mi aveva tradito. In tanti mi hanno detto “sei sicuro di poterti fidare di lui” e non li ho ascoltati, ero accecato dall’essere suo amico. Non puoi mentire così nemmeno negli affari, c’è un codice di condotta. Per me questo trascende ogni moralità. La notizia è trapelata con velocità incredibile, le voci girano nel calcio a velocità clamorosa.

C’era grande confusione, continuavo a pensare fino a che non abbiamo trovato la soluzione di affrontare subito la questione. Volevo attaccarli direttamente. Avevo speranza che le squadre sarebbero rinsavite, l’obiettivo era mettere pressione insostenibile sulle squadre per spingerle ad abbandonare il progetto. Ho sentito una delle squadre membre e gli ho detto che se avesse accettato saremmo diventati nemici. Lotterò fino alla fine andrò fino in fondo, così è iniziata la guerra per il calcio. La Superlega comprometteva il senso d’identità dei tifosi.

Poi Ceferin ha spiegato:

Dicono che l’UEFA abbia il monopolio. Noi abbiamo detto sempre che se giocate altre competizioni non potete giocare nelle nostre, è tutt’altro che anticoncorrenziale. Tutti odiano governi ed enti governativi, ma le nostre competizioni sono fantastiche e tutti vogliono partecipare. Questa è la differenza con le leghe elitarie, dove chiudi e pensi di essere il meglio. Quella alla Superlega era una lotta per la democrazia sociale contro l’impietoso capitalismo che sta rovinando il mondo. Non tutto è in vendita, certe cose sono sacre. È molto importante aver ammesso di aver sbagliato. Per persone con così tanti soldi è difficile ammetterlo, per questo rispetto i nove club che sono usciti così come rispetto tanto i tre che vivono ancora nel loro mondo. Non si può aggiustare una cosa non rotta e la Champions non è rotta, ma si può sempre migliorare. L’unica e sola Superlega, quella vera, è la Champions League ma non è chiusa, è soltanto super. Abbiamo fatto una cosa grossa, abbiamo salvato il calcio e mi sono sentito bene. Penso ancora che ci si debba fidarsi delle persone ma ho imparato che possono mentire anche quelle di cui ti fidi e sono più vicine.

Infine, il cerchio si chiude con la considerazione (ormai inesistente) riguardo Agnelli:

Dovete capirmi, non voglio parlare molto di lui. Ho cancellato quell’uomo dalla mia vita, certi tradimenti non si possono dimenticare. Bisogna ammettere i propri errori, così come le nove squadre hanno ammesso il loro errore di entrare in un progetto fasullo, io posso ammettere di avere avuto un falso amico.


Tags: andrea agnelli superlega Ceferin

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