Canta Napoli, i tenori hanno ripreso a segnare e si sogna il filotto

La metamorfosi kafkiana del Napoli ha prodotto una nuova perla della collana: il 3-0 al Milan, ridotto in 10 dopo soli 43” per l’espulsione di De Sciglio, ha restituito i sogni che sembravano tramontati nella notte scura di Empoli. Napoli canta con i suoi tenori ritrovati: a segno tre dei suoi artiglieri, Hamsik – a quota 13 gol in stagione, record personale, Higuain – che si è riscattato dopo il rigore iniziale fallito – e quel Gabbiadini che sta tenendo una media strepitosa tra minuti giocati e gol fatti. Rosicchiati due punti alla Lazio prima dell’impegno in Europa League con il Dnipro, Napoli torna a rivedere a portata di gol tutti i suoi obiettivi. Colpa sua se è una rincorsa possibile è diventata un salto a ostacoli ma la squadra di Benitez può ancora centrare il terzo posto (considerando lo scontro diretto in casa con i biancocelesti all’ultima giornata) e continua a non perdere di vista la Roma che è sopra di 5 punti ma che potrebbe ancora scivolare. Il tutto col “contorno” europeo che poi è il primo piatto. Giovedì il San Paolo sarà esaurito per l’andata con il Dnipro e la testa di tanti tifosi è già alla finale di Varsavia. Per l’appuntamento dell’anno Benitez conta di confermare 9/11esimi della squadra che ha schiantato il Milan. Non si tocca la difesa con Andujar in porta, Maggio e Ghoulam sulle fasce e Britos al fianco di Albiol in mezzo. LE SCELTE - Le novità saranno a centrocampo: Jorginho è stato ancora una volta bocciato nella prova d’appello, toccherà a Inler giocare dal 1’ con Gargano che dovrebbe far rifiatare David Lopez. Davanti si va verso la conferma del poker d’assi Callejon-Hamsik-Insigne-Higuain con Gabbiadini e Mertens pronti a entrare in caso di necessità. E mentre i segnali di disgelo tra Benitez e De Laurentiis paiono sempre più concreti (si parla di rinnovo pluriennale con clausola liberatoria in caso di chiamata della nazionale spagnola dopo gli Europei del 2016) ecco che il gruppo punta al filotto: vincere tutte e 4 le gare che mancano in campionato (trasferta a Parma domenica, in casa col Cesena il lunedì successivo, poi partita a Torino con la Juve già campione d’Italia ed ultima al San Paolo con la Lazio) e centrare un posto in Champions ed arrivare almeno alla finale di Varsavia in Europa. Lasciando per sempre nel dimenticatoio amnesie, altalene e metamorfosi. Stefano Grandi