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Calciomercato: da Diego a Rafinha, i bocciati dalla Serie A che brillano in Champions

02/04/2014 16:49

Calciomercato: da Diego a Rafinha, i bocciati dalla Serie A che brillano in Champions |  Sport e Vai

Quando ieri sera il colchonero Diego ha infilato la palla nel sette da distanza siderale, portando in vantaggio l’Atletico Madrid a Barcellona, un brivido di rabbia avrà attraversato la schiena dei tifosi della Juventus. “Ma guarda un po’ questo…”, avranno molti calciofili dal cuore bianconero, ricordando  i trascorsi non proprio felici con la Vecchia Signora del brasiliano, grande protagonista ora nei quarti di finale di Champions League con la maglia della squadra di un altro Diego ben conosciuto al calcio italiano, il Cholo Simeone. Ma andando a scorrere le formazioni delle migliori otto d’Europa, ci si accorge che sono tanti i nomi di giocatori bocciati dalla serie A, che invece si sono poi riscattati fino a diventare elementi importanti in top club internazionali. E allora di chi è la colpa? Loro, che in Italia hanno fatto flop? O del nostro calcio, che li ha bocciati troppo presto, senza neanche fornire loro, magari, le condizioni migliori per esprimersi? Nel caso di Diego si potrebbe propendere per la seconda ipotesi: la Juve lo prese dal Werder Brema nell’estate 2009 per ben 27 milioni di euro per farlo giocare, lui trequartista puro, nel 4-4-2 piuttosto integralista di Gigi Delneri, che il trequartista non lo prevedeva. All’inizio il brasiliano fece vedere buone cose (doppietta alla Roma alla seconda giornata), ma poi, anche a causa di un infortunio, il suo rendimento finì per calare e Diego concluse la stagione con soli 3 gol e ben 18 sostituzioni: fu venduto l’estate dopo per 15 milioni al Wolfsburg. Peggio ancora fece Tiago, suo attuale compagno nell’Atletico – titolare ieri al Camp Nou – che la Juventus prese nel 2007 dal Lione per 15 milioni di euro: in due stagioni e mezzo il portoghese, presentato come mediano di lotta e di governo, collezionò 53 presenze, zero gol e tantissime panchine, fino al prestito del gennaio 2010 all’Atletico Madrid, club che l’ha ingaggiato a parametro zero una volta finito il suo contratto con la Juve.

EL PRINCIPITO. Colchoneros specializzati nel riciclo di bidoni della A? Parrebbe proprio di sì, visto che ieri a Barcellona era in campo un’altra meteora del campionato intaliano: Josè Ernesto Sosa. Il Napoli lo prelevò dal Bayern Monaco nell’estate 2010 per 3 milioni di euro – qui almeno la spesa fu contenuta – per allungare la propria panchina e  il “Principito” - grande tecnica ma passo decisamente poco adatto al gioco tutto corsa, muscoli e verticalizzazioni di Mazzarri - in panchina ci stette davvero parecchio: 31 le sue presenze in azzurro tra campionato ed Europa League condite da un gol (contro il Cesena), soltanto 10 delle quali dal 1’. Volato al Metalist Kharkiv, in Ucraina, è rinato fino a convincere Simeone a portarlo all’Atletico come vice dei fortissimi Koke e Arda Turan.

RIMPIANTI GENOA. Ieri sera anche il Bayern ospitava un “trombato” dalla serie A: Rafinha, esterno difensivo promosso titolare da Guardiola dopo la trasformazione di Lahm in centrocampista centrale, ha un passato che non tutti ricordano con il Genoa. Preziosi colse l’affare prendendolo per 4 milioni dallo Schalke 04 nell’agosto 2010, quando il brasiliano era considerato uno dei migliori terzini della Bundesliga. In rossoblù, però, Rafinha non convinse a pieno, anche perché i tecnici di quell’anno, Gasperini prima e Ballardini poi, lo utilizzarono spesso in ruoli non congeniali, come quello di terzino sinistro o di esterno offensivo. Fatto sta che, almeno, nell’estate seguente il Genoa riuscì a concludere una piccola plusvalenza, cedendo il brasiliano al Bayern per 5,5 milioni di euro. Dal Genoa è passato anche Sokratis Papastathopoulos, difensore greco che in rossoblù giocò due buone stagioni prima di passare al Milan, dove però non si riuscì ad affermare: solo 7 stagioni in rossonero prima del ritorno al Genoa, che lo girò poi al Werder, dove due anni fa il greco ha giocato probabilmente la migliore stagione della sua carriera attirando le attenzioni del Borussia Dortmund: stasera sarà in campo contro il Real Madrid.

BEFFA MILAN. Con lui anche un ex rossonero che oggi farebbe assai comodo a Seedorf: Pierre-Emerick Aubameyang è, di fatto, un prodotto del vivaio milanista. Peccato che, con il Milan, l’attaccante gabonese non abbia mai giocato neanche un minuto in una gara ufficiale. Se gli avessero concesso una chance, probabilmente, avrebbe dimostrato le sue qualità. E, invece, dopo una lunga serie di prestiti in Francia (Dijon, Monaco, Lille), appena mollato il suo cartellino al Saint-Etienne (per soli 1,8 milioni di euro), Aubameyang è esploso: 16 reti nella prima stagione con i biancoverdi, 19 nella seconda e la chiamata del Borussia Dortmund, che l’estate scorsa pagò 13 milioni di euro per aggiungerlo al proprio attacco. Oggi ne vale almeno 20-22. Anche Aubameyang sarà in campo stasera contro il Real: la dirigenza milanista lo osserverà (e rimpiangerà) davanti alla tv. 


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