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Calcio: Napoli, come cambia la difesa da Mazzarri a Benitez

06/09/2013 14:03

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Modulo, leader, uomini. Da Walter Mazzarri a Rafa Benitez, la difesa del Napoli è stata completamente rivoluzionata, con conseguenze che, al momento, sono ancora tutte da scoprire. Le prime due gare ufficiali del nuovo Napoli hanno evidenziato le infinite potenzialità di un attacco che mai era stato così abbondante per uomini ed opzioni: c’è l’uomo gol (Higuain), i fantasisti in grado di cambiare passo alla squadra (Insigne e Mertens), l’ala tattica pronta a inserirsi (Callejon), la prima punta di peso (Zapata), l’inventore di geometrie (Pandev) e poi c’è il fattore H, quell’Hamsik che è impossibile intrappolare in qualunque definizione, grazie alla sua pulizia tecnica e alla sua intelligenza tattica. Bologna e Chievo, invece, non hanno svelato pregi e difetti della difesa azzurra, se non che desta una certa preoccupazione nei tifosi e nello stesso Benitez, che non a caso aveva chiesto un rinforzo alla società. Rinforzo che non è arrivato e la cui assenza rischia di rendere più difficile del previsto la transizione dall’era mazzarriana a quella attuale.

RISCHIO ZERO. A differenza di Mazzarri, infatti,  Benitez ha bisogno di giocatori di qualità nel pacchetto arretrato a causa dell’approccio totalmente differente alla fase difensiva. Il gioco del tecnico toscano si basava su un principio: ridurre il rischio di subire gol al minimo negando all’attaccante avversario l’uno contro uno con il difensore. Ecco allora la preferenza per la difesa a tre – o sarebbe meglio dire a cinque – con i laterali di centrocampo pronti ad abbassarsi per limitare gli esterni avversari e il centrale difensivo (Cannavaro) sempre pronto ad aiutare i due compagni di reparto nel raddoppio. Una difesa, inoltre, protetta da un centrocampista che, come Behrami nella seconda parte dello scorso campionato, faceva da schermo pressoché immobile davanti alla linea a tre. Con questo sistema, Mazzarri poteva permettersi di giocare anche con difensori non di prima fascia (vedi Aronica) e non certo rapidissimi: non ce n’era bisogno, la squadra li avrebbe sempre aiutati, anche contro avversari molto più rapidi. Quando l’azione doveva ripartire, poi, sarebbero bastate l’abilità di Campagnaro nel portare palla e i lanci di Cannavaro per sviluppare gioco. Con Benitez , invece, cambia tutto.

LA RIVOLUZIONE. Lo spagnolo accetta il rischio dell’uno contro uno da parte dei propri difensori, alzando la squadra e affidandosi ciecamente al pressing di centrocampisti e giocatori offensivi. Il Napoli sta venti metri più alto, pressa nella trequarti avversaria e conquista lì palla, diventando mortifero in fase offensiva. Si è visto contro Bologna e, in parte, contro il Chievo, con avversari incapaci di uscire dal pressing azzurro e sistematicamente in difficoltà. Ma cosa accade se il pressing va a vuoto o se di fronte si ha una squadra tecnicamente in grado di eluderlo con il palleggio (come il Borussia Dortmund, prima “grande” sulla strada del Napoli)? In quest’ultimo caso, gli attaccanti avversari potrebbero trovarsi in uno contro uno con i difensori azzurri, messi in difficoltà, tra l’altro, dal fatto di avere 40 metri di campo da coprire alle proprie spalle. In una situazione del genere, più che l’organizzazione tattica, conta la qualità del singolo difensore nel “tenere” il proprio avversario. Benitez lo sa e per questo motivo ha chiesto uno sforzo per avere un difensore veloce, bravo nei recuperi e in grado di coprire il campo in questa situazione. Un elemento da affiancare ad Albiol, preferito a Cannavaro, per ora, non per la sua velocità, ma per la capacità nel verticalizzare dalla retroguardia e recapitare la palla direttamente sui piedi dei trequartisti. Si giustifica così il no di Benitez ad Astori, centrale probabilmente migliore di Britos, ma non sul piano della velocità. Più che un centrale mancino, al tecnico interessava avere un centrale rapido: ha chiesto Skrtel e N’Koulou, entrambi destri, perché possiedono questa caratteristica. Il Napoli non è riuscito ad accontentarlo e così il pacchetto arretrato si ritrova incompleto. Albiol, Britos, Cannavaro, Fernandez, Uvini: nessuno dei centrali attualmente in rosa ha la velocità per “coprire le spalle” alla difesa. Che, con la rivoluzione di Rafa, rischia davvero parecchio. 


Tags: napoli mazzarri benitez difesa

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