19/11/2013 09:36
Triste storia che lambisce il calcio, o meglio dal pallone parte per sconfinare nella guerra, quella più cruenta: in Siria, a soli 26 anni, ha perso la vita Burak Karan che aveva fatto una scelta di vita. Lasciare il calcio, lasciare la Germania per imbracciare un fucile a darsi alla Jihad. Fino allo scorso 11 ottobre, quando è rimasto ucciso in Siria durante un bombardamento di Assad.
Fino al 2008 faceva il centrocampista difensivo, con un buon successo. Da ragazzo, era stato selezionato per le nazionali giovanili tedesche: in ritiro con Kevin Prince Boateng, con Sami Khedira. L'ex del Milan, ora allo Schalke 04, lo ricorda via Twitter: "Riposa in pace, non dimenticherò i tempi passati insieme. Eri un vero amico. Quello che è successo dopo non lo so e non posso verificarlo". Burak Karan, come spiegato dal fratello in un'intervista alla Bild, era sconvolto dalle ingiustizie che il suo popolo di origine stava subendo e così ha iniziato a raccogliere fondi ed i è trasferito con la moglie e i due figli di pochi mesi in Turchia e più precisamente al confine con la Siria, una delle zone più calde del mondo, lasciandosi alle spalle il calcio. Quel calcio che lo stava proteggendo ma che non lo ha distolto dal suo senso di giustizia e di lotta per la causa dei suoi compatrioti.