Calaiò, bordate ai giocatori del Napoli

"Mancano veri leader in questo Napoli, il capitano è Insigne ma lo è solo per gli anni di appartenenza, non è un trascinatore, nei momenti di difficoltà si abbatte, è sensibile, in una squadra bisogna anche attaccare al muro un compagno negli spogliatoi". Emanuele Calaiò, ospite a Radio 1 Station durante la rubrica "Il sogno nel cuore" condotta da Luca Cerchione e Dario Santoro, parla così di Insigne dopo lo sfogo di ieri al Maipei Stadium.

L'ex bomber azzurro difende parzialmente  Gattuso: "La colpa io la dò a tutti, non colpevolizzo solo una persona. Le colpe le ha lui ma ancor di più i giocatori che sono strapagati, sono loro che vanno in campo. Anche la società deve stare più vicina alla squadra, si fa prima a mettere sulla graticola gli allenatori. Posso anche dire che Gattuso ha limiti come allenatori ma che colpa ha se Maksimovic non guarda la palla o se accadono errori singoli che non vanno messi sul conto dell'allenatore".

Infine una considerazione generale: "Zielinski è lo specchio del Napoli di questi anni, è discontinuo. Fa 10 partite da top-player e poi si assenta, sarebbe un giocatore da Real o Barcellona ma alterna partite ottime a gare deludenti proprio come il Napoli. Ai miei tempi per la maglia azzurra facevi di tutto oggi in tanti manca l'attaccamento alla maglia, il cuore e l'orgoglio. Guadagnano un sacco di soldi ma quando si perde vanno a casa sereni e tranquilli. Io, Montervino e altri a volte andavamo a muso duro con i compagni che magari non correvano ma poi si andava a cena insieme, c'era un gruppo solido e importante che sudava la maglia, quel segno di appartenenza che il Napoli attuale non ha. Il Napoli deve ricostruire, allenatore e giocatori. C'è gente che sta da tanti anni a Napoli e si perdono gli stimoli, giusto che chi vuole andare altrove lo faccia".