15/12/2020 08:32
Le vittorie si ricordano ma le sconfitte vissute come drammi collettivi sono incancellabili e il 5 maggio per l'Inter è una data scolpita con i chiodi del dolore che non passa, a distanza di oltre 18 anni. Quel giorno i nerazzurri, primi in classifica, persero all'ultima giornata di campionato all'Olimpico contro la Lazio (4-2) lasciando uno scudetto già vinto nelle mani della Juventus. Una ferita che non si può rimarginare come ammette anche Bedy Moratti. La sorella di Massimo, ex presidente dell'Inter e figlia di Angelo Moratti, ricorda a La Verità
«È stato drammatico perché vedevo i nostri giocatori veramente nella disperazione, per non parlare dei tifosi: sembrava un suicidio di massa! È stato veramente pesante. Non abbiamo mai capito il perché di quella sconfitta: i nostri erano carichissimi, ma il calcio, si sa, è imprevedibile».
Poi spiega il suo rapporto con la squadra, confessando di aver amato molto Mourinho e Mancini
«Sono sempre andata con la squadra nei vari ritiri, nelle amichevoli, quindi Mourinho l’ho conosciuto bene, lo vedevo spesso. È una persona molto intelligente, un gran lavoratore e un fine psicologo, per cui era amatissimo. Qualche volta abbiamo sentito delle urla dallo spogliatoio: sapevamo che era Mourinho che li stava strigliando e che avremmo vinto di sicuro. Un grande personaggio. Un altro allenatore che ho amato molto era anche Roberto Mancini: anche lui ha vinto tanto con noi».