Ancelotti si confessa: Votai Silvio, era un genio. Alla Juve mi odiavano

Intervistato dal programma spagnolo TV Universo Valdano, l'ex tecnico, tra le altre, di Milan, Juve e Napoli, l'attuale tecnico del Real Madrid, Carlo Ancellotti, è tornato sui suoi trascorsi in Italia, rivelando interessanti retroscena legati, soprattutto, al periodo trascorso in bianconero, tra il '99 e il 2001:

Quando ero alla Juventus mi odiavano per aver giocato nel Milan. A volte dovevo anche uscire scortato dalla Polizia. A Torino non abbiamo vinto titoli, ma siamo arrivati secondi due volte.

Su Calciopoli e la Juve:

Mi sembrava una cosa positiva che il calcio italiano venisse ripulito. In ogni caso, alla Juve tutto era organizzato in modo fantastico. Certo, non ho trascorso un bel periodo per via del mio passato nel Milan e nella Roma, ma ho imparato tanto, perché è un club di alto livello.

Poi, sul passato al Milan e il futuro Ancelotti spiega:

Al Milan, Berlusconi aveva una sua sfida che era vincere due anni di fila la Coppa Campioni e, alla fine, ci è riuscito, nel 1989 e nel 1990. L'ho anche votato alle elezioni... era un genio. Ai tempi in cui allenavo, a lui piaceva parlare di calcio, ma veniva da me sempre quando le cose andanvano bene. Quando andavano male non si faceva vedere. Voleva giocare con tre attaccanti e che mettessi Kakà, Sheva e Inzaghi insieme. Si diceva che mi dettasse le formazioni, ma non è vero. Non lo ha mai fatto nessun presidente. Futuro? Voglio diventare un insegnante universitario di calcio, ricevere un titolo dalla UEFA, o qualcosa del genere, per fare esemi a chi si occupa di calcio e vedere quanto è preparato. Quando smetterò di allenare farò altro. Ho cinque nipoti e mi sono risposato. Non abbiamo ancora fatto molte cose insieme. Voglio fare di più e divertirmi con mia moglie. Sarò sempre un tifoso di Real Madrid e Milan.